È stata attivata a Maglie, in una posizione “baricentrica” per tutto il Salento, la base per il nuovo drone in dotazione ai carabinieri Forestali che avrà il compito di sorvegliare dall’alto l’intero territorio per prevenire e contrastare gli incendi boschivi.
L’iniziativa della sorveglianza aerea teleguidata, attiva su tutta la Puglia, dopo questa prima assegnazione di un velivolo per ogni provincia, prevede un progressivo incremento della flotta, con distribuzione più capillare sul territorio.
Maglie rappresenta il “cuore” del Salento, poiché equidistante dal litorale jonico e da quello adriatico, dove si registrano ogni anno gli incendi boschivi più devastanti e pericolosi, anche a causa dell’intensa presenza di turisti nelle numerose marine.
Il contrasto agli incendi boschivi, però, può ora avvalersi di un nuovo supporto tecnologico, che va a completare, a corto-medio raggio, l’azione a vasta scala effettuata dagli elicotteri del 6° Nucleo Carabinieri di Bari-Palese.
Il drone appena acquisito, affidato a militari appositamente addestrati e abilitati allo specifico utilizzo, può operare per tempi prolungati a temperature fino a 50° C e ad altezze fino a quattromila metri, è dotato di ottiche di precisione, con notevole stabilità, anche in presenza di vento sostenuto.
Nel periodo estivo l’utilizzo del drone è stato già pianificato per la sorveglianza delle zone più esposte agli incendi boschivi e di interfaccia, con priorità per le zone a maggior criticità: aree verdi a pinete e “macchia” mediterranea lungo le coste adriatica e jonica.
Intanto, le prime ricognizioni sono state disposte per supportare le indagini dei carabinieri forestali sull’incendio che ha investito l’area di Torre Chianca e Paludi di Rauccio tra sabato e domenica scorsi, interessando, oltre all’abitato, anche parte del Parco regionale.
In questo caso l’intervento del canadair ha frenato la propagazione del rogo, molto rapida nell’attraversamento del canneto e favorita da un vento di tramontana sostenuto. L’origine, comunque, sembra quasi con certezza localizzata in terreni incolti retrostanti; l’ipotesi sulla dinamica è quella, solita, della “pulizia” dall’erba secca con il fuoco. Tutta la zona è stata già interessata, periodicamente e quasi ogni anno, da incendi analoghi.
I carabinieri forestali stanno profondendo il massimo sforzo per giungere all’individuazione dei responsabili, così come per l’ultimo focolaio, a San Cataldo, nel pomeriggio di ieri con duemila metri quadri bruciati.
Negli ultimi anni, per la specifica area del litorale leccese, i Forestali hanno denunciato complessivamente sette persone per altrettanti incendi boschivi.