Crescono gli over 75 in alcuni comuni della provincia di Lecce e il loro aumento non fa altro che condizionare (e non poco) le scelte delle varie amministrazioni comunali che si addentrano sempre di più – e sempre più velocemente – in un vero e proprio inverno demografico.
L’evoluzione demografica col conseguente allungamento delle prospettive di vita e la riduzione di nascite rappresentano, per le istituzioni, una complessa sfida che viene resa ancora più difficile nei territori con la più alta percentuale di anziani sul totale della popolazione.
I dati Istat fotografano una provincia non estremamente troppo vecchia, ma in alcune zone si concentra il più alto tasso di anziani over 75.
I comuni interessati sono quelli del Capo di Leuca (Presicce-Acquarica, Salve, Morciano di Leuca, Patù, Castrignano del Capo, Gagliano del Capo), le piccole municipalità che si affacciano sull’Adriatico come Diso, Castro, Ortelle e i comuni intorno a Muro Leccese. Ad ovest, invece, la massiccia presenza di over 75 “colpisce” i territori di Sannicola, Neviano, Tuglie, Collepasso, Seclì e Aradeo. Poco più a nord c’è la Grecìa salentina mentre, sul confine con la provincia di Brindisi, spuntano Salice salentino e Guagnano.
La forte presenza di anziani condiziona le scelte delle istituzioni, locali e no, andando a modificare la struttura del welfare che deve intervenire su soggetti che sono o possono diventare fragili e non autosufficienti e le gravi limitazioni dell’autonomia induce molti anziani a mutare abitudini e comportamenti, sia sulle le attività quotidiane di cura personale che su quelle della vita domestica. L’inverno demografico, in provincia di Lecce, già prospettato in era pre-Covid, si profila ancora lungo in virtù della continua riduzione delle nascite da controbilanciare con la popolazione più attempata. Ma il cambio di passo deve essere affrontato su più livelli e chi amministra nelle piccole realtà è costretto ad elaborare interventi a sostegno delle famiglie e delle persone che hanno più difficoltà, manifestando quindi l’urgente necessità di riforme in ambito nazionale.
E, visto il considerevole aumento di over 75, ci si dovrebbe chiedere se serva più un paese a misura di anziani che a misura di giovani. Al centro del dibattito sulle politiche sociali ci sono le condizioni abitative, gli spazi pubblici, la mobilità, la fruizione di servizi pubblici, la partecipazione sociale e l’inclusione civica. E proprio sulla partecipazione e l’inclusione si gioca la partita per gli amministratori locali. Per un crescente numero di anziani la solitudine costituisce una delle cause principali del decadimento fisico e psichico. Accanto a una casa comoda e confortevole occorre allora costruire un sistema servizi di sostegno all’ambiente di vita quotidiano, che metta le persone in grado di essere inserite nella vita attiva della comunità, anche quando le capacità fisiche vengono meno. Per questi soggetti pesa anche la perdita di ruolo sociale; si può alleviare questo problema stimolando costantemente l’inclusione civica con iniziative finalizzate a conferire ruolo e rango sociale nella società, come la possibilità di prendere decisioni nella vita civica in considerazione della loro esperienza sia passata che presente.
Predisporre una programmazione costante a difesa degli over 75 è sicuramente un lavoro che richiederà del tempo ma i numeri dicono che non ci sono alternative considerando se, tra qualche anno, la popolazione anziana aumenterà.