La prova lampante che il Lecce non sfrutti la sua tanta qualità è stata fornita ieri sera. La squadra di Baroni è riuscita a sconfiggere l’Ascoli, ma soffrendo troppo. Riconquistata la cima della classifica di serie B, nuovamente in solitudine. Al “Via del Mare”, per l’ottava giornata di ritorno, il Lecce scende in campo animato dal giusto piglio. Attenzione in difesa, al centro della quale viene sacrificato il terzino Calabresi essendo assente Lucioni, raddoppi di marcatura, gioco pimpante, ma senza colpire il portiere ascolano Leali. Baroni schiera l’inedito tridente offensivo Ragusa-Coda-Rodriguez, ma solo al 24’ minuto la macchina giallorossa produce un sussulto. Ed è quello che sblocca il risultato: Rodriguez, servito da Ragusa, si destreggia fra Salvi e Botteghin e dal limite dell’area di rigore infila la palla all’angolino; il portiere Leali riesce solo a sfiorare. Lo spagnolo ci riprova qualche minuto più tardi, ma Leali para. E anche Coda ricorda a tutti perché è pagato, ma Botteghin gli dirotta l’entusiasmo in angolo. Una uscita avventata di Garbiel fin oltre la propria trequarti, nei pressi della linea laterale, rammenta che il Lecce può non far dormire sonni sereni anche ai suoi sostenitori. La prova eclatante la si registra al 44’, quando agli ascolani è concesso un tiro a giro, sul quale l’estremo difensore giallorosso deve smanacciare per evitare guai.
Poco dopo, il portiere respinge d’istinto l’incornata di Salvi. I salentini provano già all’inizio del secondo tempo ad assicurarsi i tre punti, ma un tentativo di Ragusa su passaggio di Coda viene smorzato da D’Orazio in scivolata. Poi un fendente di Calabresi si spegne sul fondo. E al 56’ il due a zero: il tacco di Coda corona la caparbietà delle punte salentine. Prima infatti la botta a tu per tu di Rodriguez, ma Leali si salva, poi Coda scaraventa una pallonata micidiale, ma l’estremo difensore è ancora bravo; ma la palla giunge a Rodriguez, ancora appostato nell’area piccola: lo spagnolo è generoso, la poggia a Coda che col tacco infila in rete. Un’azione che esalta la qualità dei salentini. I quali però poi sprecano clamorosamente il tris quando, al 60’ minuto, Ragusa si invola da solo verso l’area avversaria, avanza favorito dalla caduta dell’ultimo uomo bianconero, ma davanti a Leali si “impappina”. E allora il Lecce viene punito dagli astri del pallone. Che non sono gli ascolani, i quali però riescono a brillare quando, al 71’ minuto, il sinistro di Ricci batte Gabriel. I giallorossi reagiscono con un bel colpo di testa di coda che finisce di poco al lato, su altrettanto estetico cross di Gargiulo. Ma l’Ascoli cresce e spreca incredibilmente il pareggio con una botta diretta ai suddetti astri. Hjulmand si batte come al solito, innanzi alla difesa, ma Tuia, centrale del pacchetto arretrato, è in affanno e viene sostituito da Simic. All’83’Gabriel si scontra col palo per sventare il cross maligno di Ricci. Poco respinge sulla staffilata di Dionisi e immediatamente è battuto da una staffilata di Caligara, ma il palo lo salva. Il Lecce tira un sospiro di sollievo grazie al rigore che Coda trasforma al 95’. Tre a uno ma i salentini potevano chiuderla prima.