Sono pronti a lasciarsi alle spalle un gennaio da incubo gli imprenditori della movida leccese. E un primo segnale di ripresa è arrivato in quest’ultimo week-end: i tavoli sono tornati a riempirsi e il telefono a squillare per le prenotazioni.
È l’arcobaleno dopo un inizio anno di turbolenze, tra impennata della curva dei contagi e turismo quasi del tutto azzerato. Per riaccendere la speranza è bastato poco: è bastato riassaporare il ritmo lavorativo di un tempo. Lo racconta Danilo Stendardo che in Confcommercio Lecce rappresenta i locali serali del capoluogo.
«A gennaio abbiamo vissuto un incubo – dice – il 2022 è iniziato nel peggiore dei modi, scandito da un incessante aumento dei positivi e dal timore di una variante che corre veloce. Poche prenotazioni, anche nel week-end – continua -. Di contro tante, tantissime, le disdette incassate. Le luci del Natale hanno ben presto ceduto il posto al buio pesto: Lecce era quasi sempre del tutto deserta».
Archiviare quella città vuota, silente, spettrale: è questa adesso la grande sfida. E i segnali, freschi di fine settimana, lasciano ben sperare. «Da giovedì sera qualcosa è cambiato – dice Stendardo, che è anche titolare del pub “Road 66“- le prenotazioni si sono moltiplicate. Abbiamo tutti registrato, con gioia e stupore, la voglia di tornare a vivere. Lo si può fare in tutta sicurezza».
Un dato su tutti emerge poi in modo lampante. «Abbiamo registrato un numero considerevole di prenotazioni da persone appena guarite dal Covid – aggiunge – ce lo hanno raccontato loro stesse, spiegando di voler festeggiare la fine di un incubo. Una fame di normalità, se così si può definire, che attendevamo da tanto. E adesso – conclude Stendardo – non ci resta che sperare che non si tratti di un evento isolato. Vogliamo pensare, invece, che sia l’inizio della tanto auspicata ripresa, nella quale abbiamo sempre confidato e per la quale abbiamo stretto i denti fino ad oggi».
Non tutti però hanno retto il colpo. Ci sono locali serali leccesi che hanno ridotto i giorni di apertura o addirittura chiuso i battenti in attesa di tempi migliori. Difficile fronteggiare le spese senza un incasso adeguato.
Dati alla mano, frutto di una recente analisi condotta da Coldiretti in regione, il valore di vino e cibi invenduti nel 2021 sfiora i 400 milioni di euro. Un trend quest’anno in peggioramento, con i locali deserti. Perdite che hanno travolto a valanga interi settori dell’agroalimentare. E il turismo, quasi del tutto assente, di certo non ha aiutato.
Da domani, però, una svolta è attesa anche su questo fronte. Entrerà in vigore, infatti, l’ordinanza che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato il 27 gennaio scorso. Sancisce un allentamento delle restrizioni per i viaggiatori provenienti dai Paesi dell’Unione Europea. Per spostarsi sarà sufficiente il green pass, senza obbligo di tampone o quarantena.
Cari turisti, dunque, armatevi di bagagli e partite: il territorio ne ha bisogno. Questo l’auspicio.
Che la Puglia sia fortemente dipendente dai flussi esteri, del resto, lo dicono i numeri: i 3 milioni e mezzo di pernottamenti di turisti stranieri andati in fumo lo scorso anno, per limitazioni e paura, hanno rappresentato la perdita più pesante.
È tempo, dunque, di prendere la rincorsa e tentare di risalire la china.