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«Siamo nel ’94?», Giro d’Italia a Torre Santa Susanna: manifesto scatena polemiche per presunto sessismo

Torre Santa Susanna si prepara ad accogliere il 108° Giro d’Italia, ma l’entusiasmo per l’evento sportivo è stato offuscato da una polemica riguardante il manifesto promozionale. A sollevare la questione è stata la sezione brindisina di Emergency, l’organizzazione internazionale che fornisce assistenza medico-chirurgica alle vittime di guerre e povertà.

L’associazione ha inviato una lettera di protesta al sindaco Michele Saccomanno, chiedendo «l’immediata rimozione» dei manifesti che pubblicizzano il passaggio del Giro. L’immagine incriminata raffigura una donna di spalle in bicicletta, indossando un pantaloncino rosa, con lo slogan: «dietro ogni curva un sogno rosa». Emergency ha definito il manifesto come «l’ennesima sessualizzazione del corpo femminile».

La risposta del Comune non si è fatta attendere. L’amministrazione ha chiarito di aver «riscontrato nei cittadini consultati» un apprezzamento per la «bellezza del manifesto», senza alcuna «rimostranza di provocato scandalo».

La vicenda ha immediatamente suscitato reazioni indignate da parte del Partito Democratico. Il deputato leccese Claudio Stefanazzi ha dichiarato: «C’erano tanti, tantissimi modi per promuovere lo storico passaggio del Giro d’Italia per il nostro territorio e per la sua città, ma il primo cittadino di Torre Santa Susanna ha scelto di farlo proprio nel peggiore possibile. Con quel manifesto il sindaco Saccomanno ha clamorosamente bucato e, ancor prima che il Giro inizi, si è già aggiudicato la maglia rosa della vergogna».

Il vicesindaco di Torre Santa Susanna, Nico Tieni, ha tentato di stemperare le polemiche, difendendo l’intento dei commercianti che hanno utilizzato i manifesti per le loro vetrine. In un post, Tieni ha spiegato che l’obiettivo non era «assolutamente quello di essere sessisti o offensivi, ma piuttosto di giocare con l’ironia e l’estetica, ispirandosi a immagini iconiche come quella di Michelle Hunziker». Pur esprimendo dispiacere nel caso qualcuno si fosse sentito offeso, il vicesindaco ha respinto con fermezza l’accusa di sessismo, sottolineando la presenza di un «team misto, appassionato e rispettoso» dietro la realizzazione dei manifesti. Tieni ha concluso aprendo al «dialogo costruttivo» ma rifiutando «la gogna gratuita o i processi sommari sui social».

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