Prosegue l’operazione “Stone waste“, arrivata alla sua seconda fase e condotta dai carabinieri del nucleo Forestale di Lecce che, da tempo, stanno ispezionando il territorio anche con il supporto degli elicotteri al fine di individuare abusi nelle attività estrattive.
Nell’ultimo periodo i militari hanno scoperto, nel territorio di Gallipoli, una cava che rientra in un vasto comprensorio estrattivo in cui si continuava a operare nonostante vi fosse un’ordinanza di sospensione dell’attività arrivata a seguito della prima fase di “Stone waste”.
Si tratta di un’area che si estende complessivamente su 2,20 ettari di superficie per una profondità di 15 metri. La cava è stata sottoposta a sequestro insieme a 70 blocchi di pietra già tagliati e pronti per il trasporto.
Sigilli sono stati posti anche a rifiuti (sfrido di pietra) da estrazione accantonati sul posto, a una pala meccanica cingolata e ai locali adibiti a segheria con i macchinari; è inoltre scoperto che i liquidi lubrificanti utilizzati per il taglio dei blocchi venivano dispersi liberamente nel sottosuolo, senza alcuna opera di filtratura.
Un 66enne, proprietario e gestore della cava, è stato denunciato per violazione della norma-cornice sulla gestione dei rifiuti da attività estrattive, per gestione di rifiuti non autorizzata, per inquinamento ambientale in zona sottoposta a vincolo paesaggistico oltre che per la mancata nomina del direttore responsabile di cava e per la mancata presentazione del documento di salute e sicurezza relativa alla tutela dei lavoratori.