Il carcere di Borgo San Nicola è una polveriera che continua a mietere vittime silenziose. A pochi giorni di distanza dall’ultimo dramma, l’istituto penitenziario salentino registra un nuovo suicidio: un detenuto di origini baresi si è tolto la vita oggi pomeriggio impiccandosi con un lenzuolo alle sbarre della propria cella.
A denunciare l’accaduto è il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), che punta il dito contro il sovraffollamento cronico e la carenza di organico, definendo la situazione ormai fuori controllo.
La tragedia
La tragedia si è consumata nel reparto precauzionale. Secondo la ricostruzione fornita dal segretario nazionale Federico Pilagatti, l’uomo ha approfittato del fatto che il compagno di stanza stesse dormendo per compiere il gesto estremo usando una corda rudimentale. In quel momento, a sorvegliare l’intera sezione c’era un solo poliziotto, anziché le due unità previste dai protocolli per gestire detenuti “particolari”. L’agente, accortosi dell’accaduto, ha chiesto aiuto a un collega della sezione adiacente: i due hanno tentato disperatamente le manovre di rianimazione in attesa dei sanitari, ma per il detenuto non c’era più nulla da fare.
I numeri del disastro: 1400 detenuti in 800 posti
«Quando un detenuto arriva a togliersi la vita nella propria stanza è una sconfitta per tutti», tuona Pilagatti. Il sindacato aveva già inviato lettere alle massime autorità politiche e sanitarie del territorio, denunciando il “momento più drammatico della storia” del carcere leccese. I numeri sono impietosi: la struttura ospita oltre 1.400 ristretti (molti dei quali con profili violenti) a fronte di una capienza regolamentare di meno di 800 posti. A questo si aggiunge una carenza di poliziotti penitenziari definita “senza eguali in Italia”.
Il Sappe lancia un atto d’accusa durissimo: «Le richieste di intervento fatte ad Asl e altre Istituzioni sono rimaste inascoltate. Sappiamo che la competenza è del Dap, ma ci aspettavamo un aiuto concreto da chi poi in pubblico versa lacrime di coccodrillo. Non è più possibile far finta di nulla».









