Avrebbe persuaso una 14enne a girare due video hard per poi diffonderli tramite WhatsApp. Per questo motivo, con l’accusa di pornografia minorile, un 26enne residente in un comune del basso Salento è stato condannato in primo grado a quattro anni di carcere. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione penale del tribunale di Lecce presieduta da Fabrizio Malagnino (a latere giudici Maddalena Torelli e Mauro Marangio). Il giovane imputato è stato interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio legato alla tutela, curatela e all’amministrazione di sostegno, da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e in strutture, private e pubbliche, frequentate da minori e dai pubblici uffici per cinque anni. La sentenza prevede anche una provvisionale di 15mila euro che l’imputato dovrà pagare come risarcimento alla vittima, rappresentata dai genitori, costituiti parti civili con l’avvocato Mario Coppola. Il resto del danno sarà quantificato successivamente.
I fatti
Nel maggio del 2019, secondo l’accusa della procura, il 26enne avrebbe inviato un suo video intimo alla ragazza per dimostrarle come anche lei si sarebbe potuta riprendere mentre compiva atti di autoerotismo. La minore si fa convincere e gira due filmati in cui compare senza veli e li invia all’uomo che li diffonde all’insaputa della vittima. Dopo qualche giorno, i genitori della minore scoprono che in paese stanno circolando i video della figlia e presentano denuncia. La ragazza, per la vergogna, non è uscita di casa per mesi sprofondando in uno stato depressivo che cha avuto ripercussioni anche sul suo rendimento scolastico.
Il processo
In aula, la pm Patrizia Ciccarese ha invocato per l’imputato una condanna a sette anni di reclusione. Entro novanta giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza e gli avvocati Luigi Covella e Claudio Mangia, che difendono il giovane, potranno presentare ricorso in appello.