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Cronaca Lecce

Delli Noci, così la lobby puntava alle regionali: «Think tank, idee e soldi»

Un progetto di potere ben oltre i confini di una delega assessorile. È quello che emerge dalle carte dell’inchiesta della Procura di Lecce su una presunta rete politico-affaristica che avrebbe operato in Puglia, e che vede tra i protagonisti l’imprenditore Alfredo Barone, il “faccendiere-lobbista” Maurizio Laforgia, l’imprenditore Marino Congedo e l’assessore regionale Alessandro Delli Noci. Non un’alleanza di circostanza, legata alla tornata elettorale del settembre 2020, ma un vero e proprio “nucleo operativo” che, già nei giorni immediatamente successivi al voto, in quel tempo sospeso tra l’esito delle urne e la formazione della nuova giunta, ragionava sul futuro politico di Delli Noci oltre i cinque anni da assessore regionale.

La lobby

«A noi interessa il dopo, quando finisce questo mandato da assessore… dobbiamo capire se puntare su Lecce, la Regione o direttamente Roma». Dalle carte si delinea con chiarezza un disegno strutturato. «Abbiamo fatto un buon investimento», dice Alfredo Barone, riferendosi al sostegno dato ad Alessandro Delli Noci nella sua corsa alle elezioni regionali. L’investimento non sarebbe solo politico, ma anche materiale: si parla di assunzioni, contributi, disponibilità elettorali. In cambio, si sospettano accessi privilegiati alla macchina amministrativa regionale, al controllo dei fondi, ai progetti strategici. Il nome di Delli Noci è indicato come il perno attorno al quale far ruotare il potere futuro: «È giovane, ha 38 anni… lo vogliono far crescere», dice Barone, parlando con Marino Congedo e Maurizio Laforgia. «Lo vogliono far diventare qualcosa di importante sul territorio», prosegue, delineando già un orizzonte preciso.

L’ambizione

Il gruppo non si sarebbe limitano a parlare di un assessorato, ma di una sorta di fondazione, da costruire sul modello di “Open” di Matteo Renzi o di quella di Massimo D’Alema: un contenitore politico-finanziario da cui far partire la prossima scalata. «Un think tank, un contenitore di idee e soldi che possa lanciarlo», dice Laforgia. E ancora: «Nel giro di 4-5 anni… Lecce, Regione, Roma». Non a caso Delli Noci viene descritto come l’uomo della nuova stagione, «sponsorizzato fortemente dal presidente della Regione, anche tramite i Laforgia, padre e figlio». Il linguaggio usato è rivelatore: si parla di «nucleo operativo», «contenitore», «supporto strategico», «gruppo da coltivare», «lobby buona».

Gli spazi da occupare

Nel disegno non mancano riferimenti a figure politiche considerate ormai «al termine di un ciclo», come Loredana Capone o Sergio Blasi, e alla necessità di occupare quegli spazi prima che lo faccia qualcun altro. «Abbiamo altri dieci anni a testa, no?», dice Delli Noci in un passaggio che lascia intendere la volontà di un percorso lungo, progressivo e pianificato. Anche la creazione dell’associazione “Sveglia Mezzogiorno”, emersa nel materiale d’indagine, viene descritta come uno strumento utile a costruire consenso e legittimazione, soprattutto tra imprese, professionisti e mondo accademico. “Diventerà il suo think tank politico”, dice Laforgia.

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