Nel centrodestra il civismo ha avuto sempre un ruolo importante perché, più che sinistra, ha raccolto persone che non si riconoscevano nei partiti di area. Paolo Pagliaro da anni anima in Salento un movimento (il Movimento Regione Salento, ndr) che fa della peculiarità territoriale la sua forza politica e grazie a questa esperienza nel 2020 è approdato in Regione all’interno di una lista civica, La Puglia domani, voluta dal candidato presidente di centrodestra, Raffaele Fitto.
Lei è stato eletto con una lista civica di centrodestra. Perché questa scelta?
«Abbiamo scelto La Puglia domani perché era un modello più consono al nostro, noi siamo un movimento civico territoriale e con questa scelta abbiamo potuto fare la nostra campagna elettorale con i nostri valori e le nostre idee; è questo il motivo per cui abbiamo preferito partecipare con questa lista».
Che cosa è il civismo per il centrodestra? È differente da come lo intende il centrosinistra?
«Il civismo è civismo, è la forza dei cittadini che decidono di impegnarsi in politica e ovviamente si distingue in base alle diverse idee. Noi come Movimento Regione Salento siamo autonomisti e federalisti, liberali con una attenzione al sociale, abbiamo un manifesto, un inno, molti tesserati ed una forte identità radicata nel territorio. E poi i temi della sicurezza, dell’identità, della meritocrazia, della famiglia, queste sono alcune peculiarità che ci collocano nel centrodestra. Detto questo però voglio sottolineare che le nostre battaglie per il territorio, sui temi, non hanno alcun colore politico ed è questo il bello del civismo».
Michele Emiliano sta promuovendo diverse aggregazioni civiche: Per la Puglia e Insieme per la Puglia. Secondo lei il presidente della Regione strumentalizza il civismo per acquisire esponenti di centrodestra, come dice qualcuno?
«Michele Emiliano è intelligente e politicamente empatico; ha capito che gli uomini e le donne della società civile riescono a coinvolgere i cittadini più dei partiti tradizionali. Sono le persone con idee libere e slegate da ogni logica, che hanno varie esperienze nella società ed offrono il loro contributo alla causa comune. Quindi nessuna strumentalizzazione, ma capacità di andare oltre ad ogni steccato ideologico».
Secondo lei le liste civiche anche nel centrodestra sono solo uno strumento per far partecipare chi non si riconosce nei partiti?
«Permettono di partecipare alla vita politica senza legarsi direttamente a partiti tradizionali con i quali si può sempre collaborare. È una scelta che permette di essere più liberi, di operare sul territorio portando avanti idee e combattendo battaglie importanti nella quali il partito nazionale a volte non si riconosce».
Tra qualche mese si voterà per le amministrative, le liste civiche faranno la differenza?
«Certamente, così come accade da tanti anni, i partiti non mettano nemmeno il proprio marchio nei comuni inferiori ai 15 mila abitanti, è questo il modello vincente perché a livello territoriale sono le persone a fare la differenza».
La Puglia domani sarà presente alle prossime amministrative? Oppure era solo un progetto per le regionali del 2020?
«La Puglia domani non sarà presente perché è stata una lista di scopo per le elezioni regionali, poiché non è un movimento politico ma solo una lista civica a supporto del candidato presidente, di fatto un progetto per le regionali 2020. Ecco perché il nostro Movimento si presenta con il proprio marchio nei comuni superiori ai 15mila abitanti e in quelli inferiori partecipando nelle liste civiche, ma con la nostra identità».
