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Crisi anche nel lusso, tagli da Gucci: la “Sud Salento srl” costretta a licenziare 120 dipendenti

Brutte notizie per 120 dipendenti del calzaturificio “Sud Salento srl”, con sedi a Gagliano del Capo, Alessano e Corsano, che lavora in esclusiva per il gruppo Kering, proprietario di Gucci. L’azienda ha avviato una procedura di licenziamento collettivo a causa del drastico calo degli ordinativi da parte della maison di moda.

La crisi del settore del lusso, accentuata da fattori economici e geopolitici internazionali, ha colpito duramente il gruppo Kering, che ha di conseguenza ridotto gli ordini alle aziende fornitrici. A farne le spese è il calzaturificio salentino, da sempre legato alla famiglia Abaterusso, che negli ultimi anni aveva registrato ottime performance.

Crisi nel mercato del lusso

La dipendenza da un unico committente si è rivelata fatale per l’azienda, che da dicembre 2023 ha subito una drastica riduzione degli ordinativi, con un impatto particolare sulle linee di montaggio e finissaggio degli stabilimenti di Gagliano e Corsano. I numeri aziendali testimoniano la gravità della situazione: il fatturato di questi reparti è crollato da 10 milioni di euro nel 2022 a soli 4,2 milioni nel 2024, mentre i costi del personale sono rimasti elevati.

Gabriele Abaterusso, responsabile amministrativo dell’azienda e sindaco di Patù, spiega la difficile decisione: «L’origine di questa crisi è quella generale del mercato del lusso, tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024, che ha alterato il mercato internazionale e creato instabilità in tanti mercati, come ad esempio quello russo, che rappresentava uno degli sbocchi principali, oppure quello cinese».

Anche dinamiche interne hanno inciso sulla decisione: «La Kering ha rallentato di molto le produzioni e noi ne abbiamo subito l’impatto. Solo un anno fa eravamo in espansione: tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 avevamo aperto nuovi reparti di taglio e orlatura, assumendo oltre 100 persone. Ora, purtroppo, ci troviamo nella situazione opposta».

Sui licenziamenti

L’azienda ha cercato di evitare i licenziamenti attraverso l’utilizzo della cassa integrazione, ma il costo è diventato insostenibile: «Queste 120 persone da 15 mesi sono in cassa integrazione, che oggi ha raggiunto un costo esorbitante. Proseguendola avremmo compromesso in maniera importante la capacità dell’azienda».

Abaterusso precisa: «La nostra è stata certamente una scelta dolorosa, ma non è un abbandono o un addio definitivo. Contiamo di rimanere protagonisti sul mercato e puntiamo sul futuro, che però sappiamo non sarà prossimo, per proporci con nuovi clienti e nuove commesse».

La ricerca di nuovi partner, però, richiede tempo: «I tempi di maturazione di questi nuovi rapporti non sono brevi e immediati. Ci auguriamo che questa crisi passi presto e si possa tornare ai livelli di produzione di un tempo».

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