Sette misure cautelari sono state eseguite questa mattina dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta su un presunto sistema di potere che avrebbe pilotato appalti e finanziamenti pubblici in cambio di favori e sostegno politico.
In carcere è finito l’imprenditore Alfredo Barone, ritenuto figura chiave. Ai domiciliari Marino Congedo e Maurizio Laforgia. Per altri quattro indagati scattano misure interdittive.
L’indagine, coordinata dai pm Carducci e Prontera, ipotizza un’associazione per delinquere tra imprenditori, pubblici ufficiali e politici.
Non coinvolto nei provvedimenti odierni l’ex assessore regionale Delli Noci.
Per Delli Noci richiesta di misura cautelare revocata dopo interrogatorio e dimissioni
Per l’ex assessore la Procura di Lecce ha chiesto, dopo l’interrogatorio preventivo e a seguito delle dimissioni di Delli Noci dall’incarico di consigliere e assessore regionale, «di non dar seguito alla richiesta di applicazione della misura cautelare» esclusivamente «per la sopravvenuta carenza di attualità delle esigenze cautelari». Lo afferma il gip di Lecce Angelo Zizzari nelle 1.206 pagine di ordinanza cautelare affermando che a carico dell’ex assessore la Procura ritiene che non siano venuti meno i gravi indizi di colpevolezza.
«L’interrogatorio preventivo – secondo i pubblici ministeri – ha corroborato l’imputazione accusatoria». Tuttavia le dimissioni da ogni incarico pubblico – è scritto nel provvedimento – rendono «scarsamente rilevante la possibilità» che l’indagato possa «reiterare reati della stessa specie».
Per il giudice, le indagini hanno restituito, anche per Delli Noci, un quadro di «spiccata pericolosità» essendo egli capace, assieme ad altri indagati, di «muoversi con disinvoltura e spregiudicatezza nei gangli più delicati della pubblica amministrazione».