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Cori sessisti contro la presidente del Gallipoli calcio. Consigliera parità Lecce: «Tifosi chiedano scusa»

Domenica scorsa nello stadio comunale di Gallipoli, sono apparsi striscioni contro la presidente della formazione locale che milita nel campionato di Eccellenza. Nulla di nuovo, soprattutto quando le cose sportivamente non vanno come i tifosi vorrebbero. In questo caso, però, la presidente Paola Vella è stata presa di mira in quanto donna. A condannare l’accaduto…
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Domenica scorsa nello stadio comunale di Gallipoli, sono apparsi striscioni contro la presidente della formazione locale che milita nel campionato di Eccellenza.

Nulla di nuovo, soprattutto quando le cose sportivamente non vanno come i tifosi vorrebbero. In questo caso, però, la presidente Paola Vella è stata presa di mira in quanto donna. A condannare l’accaduto è la consigliera di parità della Provincia di Lecce, Filomena D’Antini Solero che, in una nota, parla di «attacchi estremamente offensivi della dignità umana, mossi da una cultura sessista solo perché c’è una donna alla guida di una squadra calcistica».
«La critica calcistica e i cori non hanno nulla a che vedere con gli attacchi sessisti», sottolinea D’Antini Solero. «La lotta agli stereotipi riguarda molto di più la vita delle donne. Sono le donne che percepiscono gli stipendi più bassi, è a loro che certi lavori vengono ancora negati perché considerati da uomini», prosegue.
«La nazionale di calcio femminile presieduta da una donna ci sta insegnando che le donne possono raggiungere gli stessi risultati degli uomini anche nel mondo del calcio. E allora perché tanto livore offensivo nei confronti della Presidente del Gallipoli calcio?», va avanti la consigliera di Parità.
«Spero che i tifosi sessisti chiedano scusa alla presidente della loro squadra e che lo sport in questo caso serva come metafora di vita. La donna, occupando postazioni da sempre riservate agli uomini, non vuole dimostrare di essere migliore dell’uomo, vuole solo poter essere considerata alla pari, valutata per il suo operato e non in quanto donna. L’uomo la smetta di sentirsi forte solo perché attacca una donna», conclude.

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