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Copertino, caos all’ospedale “San Giuseppe”: stop agli interventi per carenza di personale

Situazione esplosiva nell’ospedale “San Giuseppe da Copertino”. Interventi chirurgici bloccati e medici che, con i loro avvocati, diffidano la direzione medica dal continuare ad emettere ordini di servizio per sopperire alla grave carenza di personale del Pronto soccorso. Ieri mattina il direttore medico, per sostituire il responsabile del Pronto soccorso che è in malattia, si…
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Situazione esplosiva nell’ospedale “San Giuseppe da Copertino”. Interventi chirurgici bloccati e medici che, con i loro avvocati, diffidano la direzione medica dal continuare ad emettere ordini di servizio per sopperire alla grave carenza di personale del Pronto soccorso.

Ieri mattina il direttore medico, per sostituire il responsabile del Pronto soccorso che è in malattia, si è rivolto al primario chirurgo che ha interrotto il suo lavoro in sala operatoria per spostarsi al Pronto soccorso col conseguente blocco degli interventi chirurgici. Il caso è stato sollevato da Giuseppe Mancarella, segretario provinciale dei Cobas, che chiede l’intervento immediato del dg Stefano Rossi.

La carenza di organico

«Purtroppo sta succedendo quello che avevamo previsto. Il personale sanitario va via da Copertino a causa delle pessime condizioni di lavoro. Alcuni stanno cercando di far valere i loro diritti, al momento sospesi. Tutti i medici sono allo stremo e per questo hanno inviato diffide con gli avvocati. La direzione medica continua ad emettere ordini di servizio, ma la grave carenza di personale nel Pronto soccorso non si risolve spostando i medici da un reparto all’altro. Così si mette a rischio la salute dei pazienti», accusa Mancarella.

Il sindacato è convinto che l’unica soluzione sia assumere nuovo personale per sostituire i numerosi medici che si sono pensionati o che hanno scelto di trasferirsi al “Vito Fazzi”. «Qualsiasi altra decisione servirà solo ad allungare l’agonia del “San Giuseppe”, che è iniziata circa sette anni fa e ora volge al termine dopo la chiusura di diversi reparti», dice il sindacalista.

I rischi

I Cobas si interrogano sull’utilità delle unità di Rischio clinico e di Psicologia del lavoro e dell’organizzazione. «Quesiti che abbiamo già posto senza avere nessuna risposta. Mai un intervento che possa giustificare la loro esistenza e i relativi stipendi». Secondo il sindacato, ci sarebbe un’alternativa: la chiusura del Pronto soccorso. «Ma questa drastica e sciagurata decisione, se presa, farà esplodere il Pronto soccorso del “Fazzi” che sarebbe oberato da altri 20mila accessi annui. Di conseguenza, esploderebbe tutto l’ospedale, come sta accadendo adesso a Copertino», avvisa Mancarella.

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