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Copertino, «inferno» al pronto soccorso: pazienti nei corridoi e pochi medici

Pazienti "parcheggiati" su barelle in fila nel corridoio per la mancanza di posti letto, solo cinque medici in servizio (di cui due esonerati dai turni di notte) e personale logorato da turni di lavoro massacranti anche per coprire le assenze dei colleghi in malattia. È un vero e proprio «inferno» quello del pronto soccorso dell'ospedale…
barelle pronto soccorso copertino

Pazienti “parcheggiati” su barelle in fila nel corridoio per la mancanza di posti letto, solo cinque medici in servizio (di cui due esonerati dai turni di notte) e personale logorato da turni di lavoro massacranti anche per coprire le assenze dei colleghi in malattia.

È un vero e proprio «inferno» quello del pronto soccorso dell’ospedale di Copertino, il secondo della provincia di Lecce per numero di accessi.

A denunciare la situazione è il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani.

Una situazione, afferma «al collasso, che allunga i tempi di presa in carico dei pazienti e fa salire alle stelle nervosismo e stress. Senza medici a disposizione, non c’è neppure la possibilità di prescrivere un antipiretico per i pazienti febbricitanti o un calmante per chi soffre ma è costretto ad aspettare per dare precedenza ai casi più gravi», sottolinea Pagliaro, invitando il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore alla Sanità Raffaele Piemontese ad andare «a constatare l’abisso in cui è precipitata la sanità nel Salento, anziché fare proclami sulla qualità degli ospedali e dei servizi di prossimità».

L’ispezione del 14 febbraio

Il consigliere regionale ricorda una sua ispezione del 14 febbraio del 2023 quando raccolse «la disperazione di un paziente anziano che da tre giorni e tre notti si trovava su una barella in corridoio, in condizioni disumane e indegne di un Paese civile».

Nonostante «l’abnegazione del personale», sottolinea Pagliaro, «il pronto soccorso era, e rimane, una trincea con pazienti accampati in spazi assolutamente insufficienti e inadeguati, dove mancano perfino le barelle e le ambulanze restano parcheggiate all’ingresso in attesa che i pazienti a bordo possano entrare per essere visitati».

Sul pronto soccorso di Copertino, inoltre, «continuano a convergere i mezzi del 118 che non trovano posto a Lecce – evidenzia il capogruppo de La Puglia domani -, anche se si tratta di un ospedale di base non attrezzato per tutte le urgenze. Il personale è allo stremo e, nonostante l’impegno quasi eroico, è esposto a errori».

Nell’audizione del 3 aprile 2023, convocata in commissione Sanità per affrontare i problemi riscontrati nell’ispezione di tre settimane prima, ricorda Pagliaro, «iI direttore medico Leo illustrò gli interventi migliorativi previsti al pronto soccorso, con modifiche logistiche e strutturali e il riallaccio del triage alla camera calda, in modo da eliminare la distanza fisica tra accoglienza e trattamento dei pazienti. Annunciò anche la creazione di posti di osservazione aggiuntivi per evitare lo stazionamento dei pazienti barellati, e la realizzazione di una piccola centrale operativa con tre postazioni, a supporto dei medici in turno».

I pasti per i pazienti del pronto soccorso

Interventi che, prosegue il consigliere regionale, sono «rimasti sulla carta. Sono stati aggiunti solo due posti letto, comunque insufficienti e inutili, se manca il personale per trattare i pazienti che continuano a restare in pronto soccorso, in attesa di ricovero, per più di tre giorni. A questo si aggiunge che – continua -, essendo cambiate le modalità di richiesta dei pasti a seguito della chiusura della mensa interna, ad ogni turno un infermiere è tenuto a occuparsi anche delle ordinazioni telematiche dei pasti per i pazienti. E se la richiesta arriva con trenta minuti di ritardo perché c’è un’urgenza, niente pasti e niente acqua per i pazienti. È accaduto ieri, quando il personale del pronto soccorso è riuscito a racimolare 5 pasti dagli altri reparti per far cenare almeno le persone che erano lì da più di due giorni. Una situazione insostenibile che impedisce di garantire assistenza e cure adeguate ai pazienti e la necessaria serenità operativa a medici, infermieri e operatori sociosanitari. Di tutto questo chiamo a rispondere i vertici di Asl e Assessorato alla sanità», conclude Pagliaro.

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