Casi Covid raddoppiati. A Lecce l’ospedale “Fazzi” riapre il reparto

Riapre oggi, nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, il reparto Covid dedicato ai malati più gravi. La decisione è maturata in seguito all’aumento dei casi registrati negli ultimi giorni negli ospedali della provincia di Lecce. In tutto sono circa 50 di cui 20 ricoverati nell’ospedale di malattie infettive dell’ospedale di Galatina ormai completamente dedicato alla cura dei pazienti positivi al Covid. Una situazione che suscita allarme, soprattutto in previsione della riapertura delle scuole. La nuova unità che nasce oggi nel vecchio reparto di Emodinamica del Vito Fazzi è dotata di ben 18 posti letto che si aggiungono alle cosiddette “bolle” previste nei vari reparti. In pratica, attualmente, i casi meno gravi vengono isolati in apposite stanze all’interno dei reparti.

Da oggi, i pazienti che presentano le criticità più gravi saranno destinati nella nuova unità diretta da Francesco Satriano. Preoccupa l’aumento di tutte le malattie influenzali che provocano problemi respiratori. Si è passati dal picco massimo del 10 per mille dello scorso anno al 15 per mille di oggi. «I casi dei pazienti che necessitano di ricovero è in aumento», dichiara il dottore Alberto Fedele, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl di Lecce. «Abbiamo deciso di riaprire il reparto Covid per evitare che si verificassero carenze di tipo assistenziale». Attualmente sono quattro i pazienti ricoverati in Terapia intensiva. «Abbiamo due-tre decessi a settimana. In linea di massima si tratta di ultrasessantacinquenni che hanno altre comorbilità come il diabete o altre malattie respiratorie», spiega Fedele che sottolinea: «Non è normale che ogni settimana muoiano due-tre persone per un’infezione virale delle vie respiratorie. Parliamo di circa 300 morti a settimana in tutta Italia di pazienti Covid, e quindi di 1200 decessi al mese». Dati che fanno riflettere e inducono a mantenere alta la guardia considerato che il periodo invernale è fortemente caratterizzato dall’aumento delle malattie respiratorie.

«Quest’anno l’andamento epidemiologico è particolarmente vivace. Abbiamo superato il picco dell’anno scorso e siamo ancora a gennaio e quindi solo all’inizio dell’Inverno. L’incremento è dovuto a un mix di virus che sono in circolazione. Una miscela esplosiva che sta portando a una situazione epidemiologica peggiore rispetto agli altri anni», sottolinea Fedele che esprime tutta la sua amarezza per la scarsa adesione alla campagna vaccinale: «Nessuno vuole più sentire parlare di vaccinazioni e queste sono le conseguenze. Otto decessi su dieci riguardano pazienti che non hanno fatto il richiamo». Si fa ancora in tempo a vaccinarsi anche contro il virus influenzale, considerato che la sua circolazione è prevista ancora per i prossimi due mesi. «Se io non fossi vaccinato, mi vaccinerei subito», conclude Fedele.

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