Chiuse le indagini relative all’inchiesta della procura per i minorenni di Lecce a carico del 16enne salentino, studente dell’istituto superiore «Filippo Bottazzi» di Casarano. Il ragazzo è indagato per minacce aggravate e oltraggio a pubblico ufficiale, reati commessi, secondo la ricostruzione accusatoria, in concorso con il padre, la cui posizione resta tuttora al vaglio della procura ordinaria di Lecce.
La vicenda
L’episodio risale al 17 dicembre 2024 e ha avuto come teatro l’aula dell’istituto casaranese. Secondo quanto emerso dagli atti, il giovane avrebbe reagito in modo violento a un richiamo disciplinare del professore Sergio Manni, che lo aveva più volte invitato a rispettare le regole scolastiche e il comportamento in classe, intimando di scrivere una nota sul registro di classe in caso contrario. Il minore, alla presenza dei compagni, avrebbe minacciato l’insegnante urlando frasi come: «Adesso chiamo mio padre e ti faccio spaccare la faccia!», contattando subito dopo il genitore per chiedergli di raggiungere la scuola.
L’arrivo del genitore
Pochi minuti più tardi, l’uomo avrebbe fatto irruzione nell’istituto, insultando e minacciando il docente con espressioni volgari e aggressive, mentre il figlio, sempre secondo l’accusa, lo incitava a colpire il professore. Di fronte all’escalation di violenza verbale e al clima di tensione, il docente avrebbe cercato riparo in un bagno dell’edificio, riuscendo poi a chiedere aiuto ai carabinieri tramite il numero di emergenza 112. I due avrebbero anche minacciato e insultato un altro docente presente in quel momento nell’atrio e che sarebbe intervenuto nel tentativo di riportare la calma.
L’arrivo dei carabinieri
Ai militari l’uomo ha fornito la propria versione dei fatti, facendo scattare l’inchiesta. La procura per i minorenni contesta al ragazzo anche l’aggravante prevista per i reati commessi ai danni di un membro del personale scolastico nell’esercizio delle sue funzioni. Il 16enne dovrà ora decidere se chiedere di essere interrogato o se presentare memorie difensive prima dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Intanto, la posizione del padre, indagato per le stesse condotte e per il suo diretto coinvolgimento, resta aperta davanti ai magistrati della procura ordinaria.