«Con grande soddisfazione difendiamo l’espresso italiano». Sventola – virtualmente – il tricolore, Antonio Quarta al comando dell’omonima azienda di torrefazione con i figli Gaetano che porta il nome del nonno fondatore di questa realtà imprenditoriale, ed Edoardo. Sul piatto la candidatura dell’espresso italiano a patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Chi potrà mettere la stelletta si saprà domani e la partita se la giocano 11 città italiane (Lecce, Milano, Torino, Trieste, Venezia, Bologna, Roma, Pescara, Napoli, Palermo, Modica) dopo che la Campania ha rinunciato alla corsa in solitaria che duplicando la proposta di candidatura, avrebbe inficiato l’esito della proposta.
Dottore Quarta, una candidatura al patrimonio immateriale Unesco è una bella soddisfazione. Con che animo partecipate all’iniziativa?
«Sabato abbiamo firmato al Ministero la carta dei valori e con me, per Lecce e per la Puglia, c’era il nonno d’Italia: Lino Banfi, ambasciatore Unicef, a sottoscrivere il documento. La candidatura è motivo d’orgoglio perché Lecce e la Puglia entreranno nel dossier come comunità emblematica. Per Lecce ci sarà come simbolo il rosone di Santa Croce».
Santa Croce è il simbolo per eccellenza del barocco salentino. Con questo riferimento ha voluto ribadire, una volta di più, il legame dell’azienda con il territorio?
«Mio padre metteva anteponeva a tutto l’interesse e l’attenzione al territorio. Le piccole e medie aziende devono, necessariamente, interloquire con il territorio e farne crescere l’immagine con servizi e prodotti di qualità».
Cosa si aspetta da questa candidatura, al netto – ovviamente – della vittoria?
«Penso che a livello di immagine e prestigio sia importante già la candidatura. Oggi, in un mondo globalizzato, può accadere che a qualche altro Paese possa venire in mente di proporre l’espresso a modo loro. Dieci anni fa, ad esempio, è stato riconosciuto come bene immateriale dell’umanità il caffè turco».
Come si celebra un momento imprenditoriale gioioso in un contesto di crisi economica, con una guerra in atto?
«Come ha sottolineato, con la sua grande umanità, Lino Banfi, in questo momento qualsiasi soddisfazione ha un sapore agrodolce».









