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Cronaca Lecce

Alliste, 36enne trovato morto in casa. Il parroco: «Vittima di omertà e spacciatori ai domiciliari»

«Ennesima vittima di omertà, di spacciatori ai domiciliari, di gente che non vuole averci nulla a che fare, di genitori che chiedono aiuto, in un silenzio che non ha nulla di cristiano». È un mix di rabbia, dolore e delusione il post pubblicato su Facebook da don Dario Donateo, parroco di San Quintino ad Alliste, per ricordare il 36enne Luca Caputo, trovato senza vita nella sua abitazione.

«È morto mio fratello… è morto vostro figlio», si legge nel post.

Parole che non si limitano a ricordare la scomparsa di un giovane, ma che chiamano in causa una comunità che sembra aver accettato degrado e indifferenza.

Don Dario Donateo chiede perdono a Luca: «Perdonami, Luca. Perdonaci, fratello mio». Un grido di dolore e un’accusa contro chi, pur sapendo, tace.

Il messaggio del parroco ha suscitato molte reazioni sul web. In tanti condividono il suo dolore e chiedono azioni concrete per contrastare droga e illegalità. C’è chi chiede più controlli, chi interventi sociali per aiutare i giovani a rischio, chi denuncia un sistema che non protegge i più deboli.

La morte di Luca è diventata il simbolo di un disagio profondo, di una ferita aperta nel cuore di una comunità che sembra incapace di reagire. Ma le parole di don Dario Donateo sono un segnale di speranza, un invito a non accettare silenzio e indifferenza, superando omertà e paura.

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