Dopo ogni sciagura i “si dice” superano sempre di gran lunga i dati oggettivi. Così sta avvenendo per la strage di Mestre.
Ventuno i morti, oltre quindici i feriti e diverse le ipotesi per appurarne le cause. Forse la distrazione o un malore improvviso dell’autista, forse un altro veicolo, forse il guardrail di protezione. Vetusto, non più a norma, poco ispezionato, mai sostituito. Senz’altro arrugginito.
Se così dovesse essere, sarebbe l’ennesima prova che l’Italia è la terra delle grandi parole e dei piccoli fatti. Hai voglia a sciacquarsi la bocca con corridoi internazionali, collegamenti intercontinentali se poi si muore ogni giorno per una buca sulla strada, per un segnale non visibile o – per l’appunto – per un guardrail arrugginito.
Ma tranquilli, la solita inchiesta farà luce in “tempi brevi”. Per ora restano i morti pianti disperatamente dalle loro famiglie. Per evitare che la ruggine abbia il sopravvento anche sui nostri cuori, partecipiamo questo dolore con rispetto.