Un insulto a se stesso

“Mi ha detto sei un negro, non mi sta bene”. Così Juan Jesus all’arbitro dopo essere stato strapazzato verbalmente dal giocatore dell’Inter Acerbi.

Che nel calcio italiano ci sia del razzismo è cosa nota, che ci sia sin dai tempi di scontri epici tra, ad esempio, compagini come quelle del Napoli e del Verona è ancor più agli atti, ma che nel 2024 un giocatore insulti un suo collega dandogli del “negro” è veramente insopportabile.

Acerbi deve sapere, e noi tutti dovremmo comunicarglielo con ogni mezzo a nostra disposizione, che dicendo una cosa simile ha insultato innanzitutto se stesso e la sua intelligenza. Chiamare “negro” un uomo di colore significa veramente non avere nessun altro strumento a disposizione se non quello dell’offesa gratuita.

Significa essere a corto di educazione e di linguaggio. Acerbi è la dimostrazione che, a volte, il talento non basta. Quel che ha detto ed ha fatto va oltre il razzismo: rasenta l’ignoranza e la scemenza.

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