L’illuminazione di Macron

L’Europa è conciata male. L’Unione, agognata a Ventotene da Spinelli e compagnia, sta evaporando. È che sembra essersi ingrippato l’intero continente, incapace di competere con chi ha meno passato, ma molto più futuro davanti a sé.

Adesso che si avvicinano le elezioni questo dramma esistenziale viene ancora di più a galla.

Gli europarlamentari sono assai preoccupati di portare a casa la quarta del pane, ovvero di essere rieletti, ma non è facile far fronte agli estremismi, alle nuove destre, agli attacchi commerciali di paesi rampanti pronti a fagocitarci in un sol boccone.

A Macron è venuta l’illuminazione. Trovare un uomo rappresentativo capace, con la sua autorevolezza, di far riacquistare un po’ di credibilità alla struttura. Un abile risolutore, un Superman, un Kiavik, come diremmo in Puglia.

Il nome? Lo abbiamo già usato in Italia per lo stesso motivo: Mario Draghi. L’eroe dei due mondi. Anche se a noi basterebbe che lo fosse anche solo di uno, il nostro.

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