La raccolta punti dalla spesa allo spread

Quant’era bella la raccolta punti. Ricordate? Più compravi un prodotto e più ricevevi dei punti con cui scegliere dei regali da un catalogo. Le mamme sceglievano pentole e ferro da stiro.

Oggi, invece, appena sentiamo la parola punti, ci spaventiamo perché pensiamo allo spread. Ieri ha superato la soglia dei 200 punti e non va bene perché i mercati, se c’indeboliamo, smettono di investire su di noi aggravando la crisi economica. Gli analisti, in questi casi, consigliano di comprare i beni rifugio come l’oro e i diamanti.

Ma se non abbiamo abbastanza euro per campare, come facciamo a trovare i soldi per i beni rifugio? Mistero.

Tornando al passato, quando ti comportavi male, c’era sempre qualcuno pronto a dirti: “Vergognati, hai perso mille punti! Non ti stimo più”. Oggi, invece, sempre per lo spread, perdere i punti è un’ottima notizia. Insomma, non si capisce più niente se non che a pagare siamo sempre e solo noi, piccoli cittadini vittime di un sistema ormai troppo grande e baro.

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