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La barbarie che resiste

Nel giorno in cui l’Unione Europea stabilisce i parametri per un uso civile e ragionato dell’intelligenza artificiale, diventando di diritto la prima assise al mondo a farlo, sullo stesso territorio Vladimir Putin, vuoi perché in campagna elettorale, vuoi perché inutilmente coriaceo e virile, dichiara che la Russia, a tutti gli effetti, è tecnicamente e militarmente…
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Nel giorno in cui l’Unione Europea stabilisce i parametri per un uso civile e ragionato dell’intelligenza artificiale, diventando di diritto la prima assise al mondo a farlo, sullo stesso territorio Vladimir Putin, vuoi perché in campagna elettorale, vuoi perché inutilmente coriaceo e virile, dichiara che la Russia, a tutti gli effetti, è tecnicamente e militarmente pronta ad affrontare un conflitto nucleare.

Dichiarazione che diventa detonante se si va ad analizzare con attenzione lo scenario politico nello scacchiere internazionale.

C’eravamo abituati a pensare che le guerre si sarebbero svolte telematicamente, con computer ultra moderni e sulla base di micidiali algoritmi capaci di distruggere con il solo tasto “invio” le economie di paesi riluttanti al nuovo ordine mondiale. Così non è.

L’Ucraina, Gaza e le parole dello zar russo, ci stanno riportando ad un mondo che torna a pretendere sangue vivo e lacrime amare. Non per gufare, ma prepariamoci al peggio.

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