L’articolo primo della nostra Costituzione parla chiaro. In testa a tutte le priorità e le necessità dei cittadini italiani c’è il lavoro, senza del quale, si perde dignità. Di questi tempi il tema è conteso.
Da una parte c’è chi afferma che l’occupazione sia in costante aumento, dall’altra chi asserisce che invece si tratta di un’occupazione artificiale, priva di continuità e sorretta da stipendi infimi.
Sicuramente continua a mancare il lavoro giovanile e -soprattutto- è sempre più diffuso un lavoro sfruttato e nell’ombra. A volte i termini contrattuali sono all’apparenza limpidi, eppure invece di essere assolti in sei, otto ore al giorno, arrivano finanche a dodici ore di attività continua, tanto “quella è la porta, tanto ne trovo altri cento come te”. Non parliamo di quando il lavoro diventa “nero” o “irregolare” e si porta dietro morti “bianche”.
Abbiamo già dimenticato quanto accaduto a Firenze solo pochi giorni fa? Parrebbe di si, visto il silenzio che è ripiombato su un tema che per tutti dovrebbe da sempre la madre di tutte le battaglie.. Invece…