A Bari, quando era la capitale degli scippi, chi si dava da fare a strappare gioielli, ammennicoli, borse, borsoni e quant’altro ai turisti o agli stessi residenti, veniva chiamato “topino”. Era un diminutivo, non certo un vezzeggiativo, per classificare il ratto alle prime armi che bazzica fogne e bassifondi per arrangiare qualcosa.
Oggi la situazione in città è cambiata perché i topini hanno capito che ai turisti è meglio spillare soldi onestamente con bar, B&B e souvenir.
Va peggio, invece, in Italia dove, a proposito di scippo, è eclatante quello perpetrato ancora una volta dal topone del Nord ai danni del Sud. Parliamo di non meno di venti miliardi di euro. Una cifra colossale.
Come replica a questa affermazione l’esecutivo in carica? Cosa fanno i nostri parlamentari per difenderci da questa infausta sottrazione? Così, qui da noi, verranno a mancare i livelli essenziali delle prestazioni. Il Sud non è in vendita e neanche “in fitto” perciò, cosa aspettiamo a scendere in piazza?