Femminicidio, guai a parlare di raptus

L’anno è appena iniziato eppure già contiamo una vittima di femminicidio ogni due giorni. In media, più dell’anno scorso. La dinamica è sempre la stessa. Il maschio, assalito dalla rabbia, in un istante ammazza senza pietà l’ex compagna o moglie. Attenzione, però. Guai a parlare di raptus. La maggior parte delle volte il delitto è ben premeditato. Non è un tragico scatto di nervi o la perdita della coscienza a favore del parossismo più violento. È una scelta omicida che egli decide di perpetrare per averla vinta una volta per tutte su colei che spesso è solo la causa di tutti i suoi mali. Potranno anche istituire l’ergastolo con le braci accese sotto i piedi dei colpevoli, non servirà a nulla. Riusciremo a debellare questi delitti solo se proveremo, per davvero, ad educare gli uomini, sin da bambini, al rispetto, alla cura, alla gentilezza. Dicendo loro che le bambine sono uguali, non sono più deboli e che -soprattutto- non rappresentano né una preda né una conquista.

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