Il confine tra discrezionalità e arbitrio è molto sottile. Quasi impercettibile. Ed è sempre bene che chi opera nella pubblica amministrazione lo tenga ben presente.
Qual è la linea di demarcazione tra i due? Il rispetto della legge. Quando quest’ultimo viene a mancare – magari su suggerimento del politico “infedele” o dell’imprenditore “generoso” – ecco che il pubblico ufficiale si trasforma in una sorta di “feudatario” di medievale memoria. E così trionfano la politica di piccolo cabotaggio e la corruzione.
Ma il Medioevo è finito da un pezzo e la legge, oggi, indica con precisione come gestire appalti e altre procedure. Se ne ricordino i “nostalgici” che continuano a scambiare l’arbitrio con la discrezionalità.