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Alla ricerca della verità

Una volta c’era la decrescita felice. Era una pratica di vita che si adottava per sgrassarsi da tutte le furie del consumismo. Un modo per tornare alle cose semplici, genuine, nostrane. Oggi quella decrescita è rimasta, ma è diventata mentale. Si è trasformata in una riduzione del giudizio, nell’alienazione della scelta, nell’estremo tentativo di guadagnarsi…

Una volta c’era la decrescita felice. Era una pratica di vita che si adottava per sgrassarsi da tutte le furie del consumismo. Un modo per tornare alle cose semplici, genuine, nostrane. Oggi quella decrescita è rimasta, ma è diventata mentale. Si è trasformata in una riduzione del giudizio, nell’alienazione della scelta, nell’estremo tentativo di guadagnarsi la tranquillità senza più pensare a nulla. Per carità, sicuramente un legittimo tentativo di conservazione, ma allontanarsi dai fatti e dalle notizie non può che peggiorare la situazione. “Non leggo più i giornali perché mi mettono l’ansia” è una frase comune che invita a tirare i remi in barca, a rinunciare al buon giudizio. È come se avessimo deciso di far scegliere agli altri per noi. Qualcuno lo ha chiamato il sonno della ragione. Ma non bisogna arrendersi. Dunque, non resta che augurarci un’insonnia perenne. Alla ricerca della verità.

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