Volodymyr Zelensky, in un’intervista ad Axios, ha dichiarato che non intende guidare l’Ucraina in tempo di pace: «Il mio obiettivo è la fine della guerra, non restare al potere». Ha aggiunto di essere pronto a chiedere nuove elezioni se si raggiungesse un cessate il fuoco. Contestualmente, il presidente ucraino ha rivelato di aver ricevuto da Donald Trump il via libera a colpire obiettivi in territorio russo, incluse infrastrutture energetiche e fabbriche di armi.
La situazione resta incandescente sul campo. Nella notte le forze di Kiev hanno abbattuto un caccia russo Su-34 a Zaporizhzhia, mentre un drone ucraino ha colpito un edificio in costruzione presso la centrale nucleare di Kursk-2, senza causare danni gravi né vittime.
Il confronto si estende anche nello spazio aereo Nato. Negli Stati Uniti quattro F-16 hanno intercettato un velivolo russo vicino all’Alaska, rimasto però in acque internazionali. Sul fronte europeo, il segretario generale della Nato Mark Rutte e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno avvertito che l’abbattimento di caccia russi che dovessero violare lo spazio alleato è un’opzione «sul tavolo».
Mosca respinge le accuse di sconfinamenti e definisce «isteriche» le reazioni occidentali, ma intanto la Duma ha irrigidito la legge sugli «agenti stranieri». In parallelo, la crisi dei droni continua a preoccupare: in Danimarca diversi aeroporti, incluso quello militare di Aalborg, sono stati chiusi per ore a causa di incursioni aeree non identificate.
Mentre in Europa si discute di un «muro anti-drone», l’Italia – con Giorgia Meloni all’Onu – ribadisce che la Russia non mostra alcuna volontà di sedersi al tavolo della pace.