Serve una pace dignitosa. È questo ciò che deve accadere per Zelenzky e i leder europei in merito alla fine della guerra tra Russia e Ucraina. In queste il futuro della fine del conflitto si decide a Washington dove il presidente ucraino ha incontrato Donald Trump insieme ad un gruppo inedito di sette leader europei: Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Keir Starmer, Friedrich Merz, Alexander Stubb e il segretario generale della Nato Mark Rutte.
Oggi è «una giornata importante, dopo 3 anni e mezzo in cui noi abbiamo avuto una Russia che non dava alcun segnale di dialogo che pretendeva la capitolazione di Kiev. Oggi finalmente si aprono degli spiragli di dialogo». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni parlando con i giornalisti.
«Un grande giorno» per il presidente americano, «mai così tanti leader europei alla Casa Bianca», ha commentato all’accoglienza. Un incontro, quello di oggi, che arriva dopo nuove stragi in Ucraina. Sarebbero 10 i morti nei bombardamenti russi, tra cui una famiglia sterminata a Kharkiv e tre vittime a Zaporizhzhia. A Odessa droni hanno colpito un impianto petrolifero.
Zelensky parla di attacchi «cinici» e chiede «garanzie di sicurezza affidabili» per il suo Paese. Sul tavolo ci sarebbero i negoziati indiretti con Mosca. Secondo Axios, Putin avrebbe alleggerito le richieste sul Donetsk, rinunciando al controllo totale. Ma kiev e l’Europa restano ferme. «I confini non si cambiano con la forza», ribadiscono Ursula von der Leyen e Zelensky.
E proprio il governo ucraino ha annunciato la promessa di 37,4 miliardi di dollari di aiuti per il biennio 2026-2027. Ma le tensioni si allargano anche all’energia: Slovacchia e Ungheria denunciano interruzioni nel flusso dal petrolio russo via oleodotto Druzhba, mentre Kiev accusa Mosca di colpire deliberatamente infrastrutture petrolifere.
A rendere ancora più cupo il quadro, un’esplosione in una fabbrica di armi a Riazan, in Russia, ha provocato 20 morti e oltre cento feriti. Sul campo l’esercito ucraino annuncia progressi nel Donetsk e nel Sumy, mentre Mosca diffonde un video propagandistico con un blindato M113 sventolante bandiere russa e americana.
Zelensky, atteso nello Studio Ovale con un abbigliamento meno militare, punta a uscire con un impegno concreto per la sicurezza ucraina. «La Russia deve dire basta – ha dichiarato – noi vogliamo una pace dignitosa e reale, rapida e duratura, senza concessioni territoriali».