Al secondo giorno del vertice Nato all’Aja, il presidente americano Donald Trump si prende la scena celebrando la fine della guerra tra Israele e Iran dopo il raid statunitense contro il sito nucleare di Fordow. «È stato come Nagasaki. Ha chiuso la guerra», ha dichiarato, assicurando che Teheran non tenterà più di arricchire uranio. Trump ha definito l’attacco un successo strategico, minimizzando i dubbi sollevati da parte della stampa americana, bollata come “feccia”.

Nel contesto del summit, arriva l’intesa tra gli alleati sul nuovo obiettivo del 5% del PIL per le spese militari. Un traguardo sostenuto con forza dagli Stati Uniti. Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha confermato l’impegno europeo, sottolineando: «Decisioni difficili, ma necessarie. I Paesi devono trovare i soldi».

Anche l’Italia, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha ribadito il proprio sì all’obiettivo, ottenendo maggiore flessibilità nei tempi di attuazione. «Non lo facciamo per compiacere gli Usa, ma per rafforzare la nostra sicurezza», ha affermato.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha sottolineato che l’aumento della spesa non è un favore.