A cinque giorni dall’ingresso nella Cappella Sistina per il Conclave che eleggerà il 267esimo successore di Pietro, in Vaticano si affinano modalità e regole per far sì che non vi siano sbavature in un rituale che risale al 1274. Al momento, all’appello delle Congregazione generali, mancano ancora nove elettori, dopo che è stato superata la questione legata al numero di 120 elettori previsto dalla Costituzione apostolica che regola l’elezione del Romano Pontefice, Universi dominici gregis, scritta da San Giovanni Paolo II nel 1996.
Potranno partecipare tutti
Secondo l’interpretazione data dai cardinali il numero non è vincolante e al Conclave potranno partecipare tutti i 135 aventi diritto, ovvero i cardinali che al momento della dichiarazione della Sede vacante non hanno compiuto 80 anni. Di conseguenza, dopo la Messa «pro eligendo Pontifice», che avrà luogo il primo giorno – mercoledì – alle 10 nella Basilica di San Pietro, i cardinali dovrebbero trasferirsi a Casa Santa Marta, dove saranno alloggiati durante le votazioni.
L’accoglienza a Santa Marta
In questi giorni ogni cardinale ha un suo luogo di residenza a Roma, nel frattempo le stanze si stanno liberando e dovranno essere svolti dei lavori prima di poter accogliere i porporati. I sigilli alla stanza di Francesco verranno tolti dopo l’elezione del nuovo Pontefice, dato che le stanze e i suoi contenuti restano riservati al nuovo Papa. A partire dal 7 maggio, in cui la prima e unica votazione avrà luogo nel pomeriggio, nei giorni successivi di Conclave ci saranno quattro scrutini, due la mattina e due il pomeriggio. Le fumate dal comignolo invece saranno due al giorno, una la mattina e una il pomeriggio, a meno che non venga eletto il Pontefice prima e in quel caso viene anticipata.
Il caso Puljic
Durante il Conclave non è previsto nessun servizio di interpretariato, come invece sta avvenendo durante le Congregazioni. Inoltre, si sta anche valutando la situazione del cardinale, Vinko Puljić, arcivescovo emerito di Sarajevo in Bosnia – Erzegovina, molto malato ma che, su parere dei medici, potrebbe essere presente al Conclave votando probabilmente da Casa Santa Marta, grazie all’ausilio dei cardinali infirmari, che raccoglieranno le schede nella sua stanza.
Quanto durerà il Conclave?
Intanto, tra piazza San Pietro e i viali vaticani proliferano i pronostici su quanto durerà il Conclave e su chi sarà il prossimo Papa. Per ora un dato sembra essere condiviso da molti, come ha fatto intendere ieri il cardinale francese Jean Paul Vesco, che ha ipotizzato al massimo tre giorni di riunioni. Di conseguenza, domenica 10 maggio il nuovo Papa potrebbe affacciarsi dalla finestra del Palazzo Apostolico per il suo primo Angelus, dopo essere apparso sulla loggia delle Benedizioni dopo l’elezione.
I papabili
Più incerto, invece, è il profilo che potrebbe prevalere. A distanza di dieci giorni dalla morte di Francesco, i papabili restano sempre gli stessi: una dozzina di cardinali, tutti elettori, provenienti da diverse nazioni, tra cui vi sono porporati curiali, cioè titolari di uffici in Vaticano, e prelati a capo di Chiese particolari sparse per il mondo. Anche se non è escluso che se dovesse crearsi uno stallo con nessuno dei candidati in grado di raggiungere il quorum di due terzi dei votanti, richiesto per l’elezione, possa emergere un outsider.