Ventuno anni fa l’attentato di Nassiriya, il fratello di una vittima: «Ferita che non si rimargina»

Ricorre oggi, 12 novembre, il 21esimo anniversario dell’attentato di Nassiriya, in cui persero la vita 12 carabinieri italiani.

Tra loro c’era anche Carlo De Trizio, originario di Bisceglie, che è stato ricordato stamattina nella cittadina della Bat. «È una ferita che non si rimarginerà mai, per la famiglia, per i colleghi, per gli amici di Carlo», ha affermato il fratello Giovanni: «Noi cerchiamo in tutti i modi, attraverso manifestazioni o con le attività che portiamo avanti, di generare interesse soprattutto nelle giovani generazioni» perché «si avverte ora più che mai, la necessità di dare testimonianze e di dare esperienze, di suscitare il loro interesse perché siamo connessi ma siamo tutti quanti isolati».

L’anniversario di quell’attentato, ha ricordato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano intervenendo nel Consiglio regionale della Puglia, «non va preso solo come il ricordo» di un evento tragico ma «va inteso come un segno di considerazione, di gratitudine e di ricordo per tutte le Forze armate italiane che, nel rispetto delle risoluzioni dell’Onu, del diritto internazionale e del principio costituzionale che l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, intervengono con saggezza, coraggio e, devo dire, anche con sprezzo del pericolo come operatori di pace».

In Aula, il consigliere della Lega, Fabio Romito, ha chiesto un minuto di silenzio «ai nostri eroi». E proprio l’eroismo, ha aggiunto Emiliano, «è una caratteristica che viene riconosciuta alle Forze armate italiane, qualunque sia il Governo che le guida, che non compromette mai il principio di soggezione delle Forze armate agli organismi costituzionali e che assicura all’Italia, dal momento della costituzione della Repubblica, pace, sicurezza e anche prestigio internazionale».

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