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Il venerdì nero dei trasporti: sciopero in tutta Italia senza fasce di garanzia

Bus, tram, metro: lo stop a tutto tondo del trasporto pubblico locale in tutte le città italiane di venerdì 8 novembre è confermato. Lo sciopero nazionale - proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna a settembre - durerà 24 ore, funzionerà a fasce di garanzia ridotte e farà da…

Bus, tram, metro: lo stop a tutto tondo del trasporto pubblico locale in tutte le città italiane di venerdì 8 novembre è confermato.

Lo sciopero nazionale – proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna a settembre – durerà 24 ore, funzionerà a fasce di garanzia ridotte e farà da ‘sfondo’ alla manifestazione organizzata a Roma, davanti alla sede del ministero dei Trasporti, a cui i sindacati torneranno a chiedere il rinnovo del contratto nazionale e più risorse per il comparto, una riforma del settore e interventi concreti su salute e sicurezza sul lavoro, anche alla luce della scia di aggressioni ai danni del personale tpl, l’ultima proprio pochi giorni fa ai danni di un capotreno accoltellato mentre controllava i biglietti su un regionale a Genova.

Fasce di garanzia

A differenza dei precedenti scioperi, l’8 novembre non si prevede la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori, dunque fino alle 8,30 e dalle 17 alle 20. Quindi le cosiddette ‘fasce di garanzia’ ci sono, ma con un taglio del personale operativo, presente solo al 30%, come prevede la legge che disciplina il diritto di SCIOPERO nell’ambito delle vertenze di rinnovo di un contratto collettivo nazionale.

Personale ridotto significa non solo meno corse, ma anche meno linee: solo alcune, infatti, saranno in funzione, diverse di città in città. Salvi invece – sempre durante gli orari ‘protetti’ – i «servizi assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti nonché quelli specializzati di particolare rilevanza sociale quali trasporto dei disabili e scuola bus per materne e elementari», assicurano le sigle dei trasporti.

A Milano saranno garantite le metro e alcune linee di superficie da inizio servizio alle 8:45 e dalle 15 alle 18, mentre a Torino funzioneranno alcune corse bus e alcune linee della metro dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15. A Genova saranno garantiti alcuni bus dalle 6 alle 9 e dalle 17.30 alle 20.30, a Bologna servizio ridotto da inizio turno fino alle 8.30 e dalle 16.30 alle 19.30. A Firenze alcune corse partiranno garantite tra le 4:15 e le 8:14 e tra le 12:30 e le 14:29, mentre Roma garantisce sia le linee A e B della metro sia alcune linee di superficie da inizio servizio fino alle 8:30 e dalle 17 alle 20. A Napoli servizio limitato di bus dalle 6.30 fino alle 9.30 e dalle 17 fino alle 20, a Bari bus garantiti solo in forma ridotta tra le 5.30 e le 8.30 e tra le 12.30 e le 15,30. Coinvolto nello sciopero di 24 ore anche il personale di Ferrovie del Sud Est, dalla mezzanotte alle 23:59. A Cagliari il servizio di bus sarà solo parzialmente assicurato in tre fasce orarie: dalle 7:30 alle 9:30, dalle 12:45 alle 14:45 e dalle 18:30 alle 20:30. Infine, a Palermo numero ridotto di corse di alcune linee di bus dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17.30-20.30.

Le ragioni dello sciopero

Alla base della mobilitazione unitaria, l’infinita vertenza per il rinnovo del contratto. I lavoratori chiedono «migliori condizioni di lavoro ed una profonda riforma del settore che possa garantire un servizio pubblico di qualità da offrire alla cittadinanza, anche in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale», hanno spiegato i sindacati in una lunga lettera all’utenza, registrando però un sostanziale «disinteresse delle istituzioni e l’inadeguatezza delle controparti».

Ragioni, queste, che hanno spinto le sigle a proclamare «l’unico strumento legittimo per far sentire la nostra voce»: lo sciopero. L’ennesimo, secondo le associazioni dei consumatori. «Si tratta del decimo sciopero nazionale nel Tpl indetto da inizio anno dai sindacati di categoria, praticamente uno al mese, mentre se si analizzano le proteste indette a livello locale dalle varie sigle sindacali del comparto che hanno incrociato le braccia da un minimo di 4 ore a un massimo di 24 ore, il numero di scioperi da gennaio a oggi sale a 44, con una media di più di 4 serrate al mese», denuncia il Codacons.

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