In principio furono le frasi sui vaccini, poi le riunioni di giovani con presunte simpatie naziste nel suo studio: in due anni di governo Marcello Gemmato ha dovuto attraversare più di una tempesta, uscendone (finora) sempre indenne, forte anche dell’antica amicizia con la premier Giorgia Meloni.
I vaccini
Risale a novembre del 2022 la prima bufera abbattutasi sul sottosegretario. Il governo Meloni si era insediato da poco più di un mese e Gemmato, rispondendo al giornalista Aldo Cazzullo secondo il quale senza vaccini il bilancio della pandemia sarebbe stato più grave, rispondeva: «Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro». Apriti cielo: le opposizioni sollecitarono le dimissioni di Gemmato e una netta presa di distanza da parte della premier Meloni e del ministro Schillaci. Alla fine il sottosegretario rimase al suo posto, cavandosela con una precisazione: «Ho sempre sostenuto la validità dei vaccini e la capacità che hanno di proteggere soprattutto i più fragili. Siamo passati dall’emergenza alla convivenza con il virus anche grazie ai vaccini, adesso è tempo di guardare avanti».
I giovani neonazisti
In tempi più recenti, il nome di Gemmato è spuntato nell’inchiesta condotta da Fanpage sulle frasi antisemite, gli insulti a negri ed ebrei, l’uso di simboli nazisti e l’esaltazione di Benito Mussolini in voga tra i militanti di Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Alcuni di questi ragazzi si sarebbero incontrati più volte nello studio di Gemmato, come dimostrato da alcune fotografie. Comprensibile l’imbarazzo, ma anche in questo caso il sottosegretario se l’è cavata con un post sui social: «Netta e severa condanna per le affermazioni antisemite e razziste di alcuni esponenti di Gioventù Nazionale che in nessun modo rappresentano lo spirito e i valori dei giovani e di tutti i militanti del partito. Estremismi e ignoranza della storia non trovano posto in Fratelli d’Italia».
Il partito in Puglia
Sullo sfondo resta la gestione di Fratelli d’Italia, di cui Gemmato è coordinatore in Puglia. Qui il sottosegretario è riuscito a inanellare un’incredibile serie di flop, a cominciare dalle comunali baresi dove gli ex missini, pur essendo il primo partito nel Parlamento nazionale ed esprimendo la presidente del Consiglio, non sono andati oltre un modesto 11,13%. Senza dimenticare la débâcle di Gemmato nei congressi provinciali di Fratelli d’Italia: il sottosegretario è riuscito a esprimere la leadership soltanto a Bari e dintorni, mentre altrove ha stravinto la corrente che fa capo al prossimo commissario europeo Raffaele Fitto. and.es.