Oggi entrano in vigore i dazi generalizzati voluti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che colpiscono le importazioni da oltre 60 Paesi e dall’Unione europea.
La nuova politica tariffaria prevede aliquote che variano in base al Paese di provenienza, con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare l’economia statunitense e favorire nuovi investimenti e assunzioni.
Le tariffe, applicate a partire dalla mezzanotte, prevedono un’imposizione del 15% sui prodotti provenienti da Unione europea, Giappone e Corea del Sud, e del 20% per le importazioni da Taiwan, Vietnam e Bangladesh. Alcuni Paesi, come il Brasile, subiscono dazi più elevati, arrivando al 50%.
L’amministrazione Trump ha espresso fiducia nel fatto che questa mossa indirizzerà l’economia mondiale e incoraggerà le aziende a investire negli Stati Uniti. Il presidente ha commentato che la crescita economica che ne deriverà sarà «senza precedenti», pur non fornendo dati precisi sulle entrate stimate dai nuovi dazi.
L’amministrazione ritiene che, una volta che le aziende avranno compreso la nuova direzione, aumenteranno gli investimenti e le assunzioni, rafforzando la posizione degli Stati Uniti come potenza manifatturiera.