Rilascio immediato e incondizionato di tutti i detenuti senza giusta causa, a cominciare da Cecilia Sala: il governo statunitense va in pressing sull’Iran per ottenere la liberazione dei giornalisti.
Nel frattempo, davanti alla sede della Prefettura di Torino si tiene un sit-in per chiedere al governo Meloni di fare «l’impossibile» per riportare la cronista in Italia sana e salva.
Gli Stati Uniti
«Sfortunatamente il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti Paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c’è giustificazione e dovrebbero essere rilasciati immediatamente», ha detto ieri un portavoce del Dipartimento di Stato americano.
«I giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose e devono essere protetti», ha aggiunto l’esponente del governo di Washington per poi evidenziare che «gli Stati Uniti sono in frequente contatto con gli alleati e i partner i cui cittadini sono ingiustamente detenuti».
Il caso Abedini
La presa di posizione degli Stati Uniti a favore di Cecilia Sala sarebbe in qualche modo collegata al caso di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano bloccato il 16 dicembre scorso su ordine della giustizia americana nell’aeroporto milanese di Malpensa.
Il 38enne si trova nel carcere di Opera; dopo il fermo era stato trasferito prima nella casa circondariale di di Busto Arsizio e poi in quello di Rossano Calabro, dove gli era stato applicato il regime di alta sicurezza, prima di finire nuovamente in cella a Opera.
Nei prossimi giorni il suo avvocato farà istanza per ottenere gli arresti domiciliari. Gli Stati Uniti hanno già chiesto l’estradizione di Abedini e non intendono recedere da questo proposito.
La manifestazione
Mentre anche gli Stati Uniti andavano in pressing sull’Iran, a Torino decine di persone scendevano in piazza con l’intento di chiedere al governo Meloni il massimo impegno per la liberazione di Sala.
Tra loro Igor Boni. coordinatore di Europa Radicale e promotore del sit-in: «Crediamo che non si debba stare in silenzio di fronte a un arresto illegittimo di una nostra concittadina che stava facendo il proprio lavoro in Iran, dove il regime calpesta i diritti dei cittadini e in particolare delle donne.
Il governo italiano ha chiesto discrezione e silenzio, ma noi pensiamo il contrario: occorre dare voce a chi contrasta questo regime e chiedere che Cecilia venga liberata».