Torna così libero l’immobiliarista milanese. Annullati gli arresti domiciliari per Manfredi Catella, uno degli attori principali della riqualificazione urbana di Milano. Per il caso dell’inchiesta sull’urbanistica, il tribunale del Riesame di Milano lo scorso 31 luglio aveva disposto la misura cautelare nei confronti del fondatore e ceo di Coima, un gruppo leader nell’investimento, lo sviluppo e la gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali.
«Tornerò al lavoro oggi stesso – spiega in una nota Catella – dopo un’esperienza importante che ci ha rafforzato nella nostra solidità morale e nell’impegno imprenditoriale che da sempre dedichiamo al nostro Paese». Poi ha sottolineando la sua fiducia nelle motivazioni del provvedimento che chiariranno «la correttezza del nostro operato».
Per conoscere le ragioni dell’annullamento occorreranno 45 giorni: i giudici dovranno chiarire se la decisione riguardi i gravi indizi o solo le esigenze cautelari. «Ci siamo impegnati a fornire ogni prova fattuale della nostra estraneità alle accuse, nel rispetto innanzitutto dei nostri stakeholder e delle colleghe e dei colleghi di Coima Negli scorsi giorni la stessa inchiesta aveva già portato alla revoca delle misure restrittive per l’ex membro della commissione paesaggio Alessandro Scandurra e al ridimensionamento delle accuse per altri indagati, tra cui l’ex assessore comunale Giancarlo Tancredi.
«Siamo fiduciosi – spiega – che la motivazione della decisione possa contribuire a fare chiarezza sulla vicenda e sulla correttezza del nostro operato. In relazione a tutte le circostanze in cui abbiamo interagito con l’amministrazione comunale,
Sempre nella nota, dopo la liberazione, Manfredi Catella ha espresso stima per il dimissionario assessore Giancarlo Tancredi, per il quale il Riesame ha disposto la misura interdittiva di un anno. Stima anche per «la deontologia professionale di Christian Malangone e dei colleghi che hanno sempre operato nel rispetto della propria funzione pubblica. In questi 35 giorni dalla notifica dell’indagine preliminare non abbiamo rilasciato alcuna dichiarazione, nel rispetto di quella che riteniamo essere una condotta deontologicamente rispettosa di un processo di valutazione da parte della magistratura che dovrebbe essere una regola innanzitutto morale per tutti», conclude.