Ue, stop alla vendita di auto nuove a diesel e benzina dal 2035

La plenaria dell’Europarlamento ha avallato la proposta della Commissione europea di terminare le vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035.

L’emendamento sostenuto dal Ppe, che prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% invece che del 100%, non è stato approvato. L’ok dell’emiciclo alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 è arrivato con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. La plenaria dell’Europarlamento ha dato l’ok al prolungamento dal 2030 fino al 2036 della deroga per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l’anno) e furgoni (da 1000 a 22mila). L’emendamento era stato presentato con il chiaro obiettivo di salvaguardare la produzione di supercar nella motor valley dell’Emilia-Romagna «Sono 70.000 i posti di lavoro a rischio nell’industria automotive, legata alla produzione di componenti che non serviranno per l’elettrico».

È il nuovo allarme lanciato dal direttore dell’Anfia Gianmarco Giorda dopo il via libera dell’Europarlamento allo stop alle vendite di auto nuove a benzina e diesel nel 2035. «L’elettrico a oggi non è in grado di compensare la perdita di posti di lavoro, non basta costruire colonnine di ricarica o altri componenti. Servono piuttosto azioni per portare in Italia pezzi di filiera legati alla produzione di batterie per le auto elettriche» spiega Giorda.

Quanto all’idrogeno, «è una tecnologia, può essere un’opportunità, ma al momento è soltanto una nicchia». «Con il voto dello stop ai motori endotermici entro il 2035 – commento di Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl. – non è più rinviabile una politica attendista sul mettere in atto risorse e investimenti che consentano la trasformazione industriale del settore e soprattutto la sua sostenibilità sociale. Se vogliamo evitare contraccolpi gravissimi in termini di licenziamenti e la distruzione di un settore industriale fondamentale per il nostro Paese, ora il Governo deve rendere disponibile per le imprese del settore, da subito, gli investimenti di 8 mld stanziati con il fondo dell’automotive e insediare un apposito comitato scientificoche indirizzi le politiche di vantaggio nei settori strategici della mobilità del futuro».

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