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Ucraina: raid su Crimea e Saratov, Mosca denuncia il piano Kiev-Londra-Nato per falso attacco


Continua senza sosta la guerra in Ucraina con una nuova ondata di raid e tensioni internazionali. Kiev ha rivendicato attacchi contro infrastrutture petrolifere russe, colpendo una raffineria nella regione di Saratov e un terminal nel porto di Feodosia, in Crimea, strategico per i rifornimenti alle truppe di Mosca.

In risposta, secondo l’Fsb, la Russia avrebbe lanciato un’operazione di rappresaglia con missili ipersonici Kinzhal contro un centro d’intelligence ucraino a Brovary e una base di F-16 a Starokostiantyniv. Mosca sostiene inoltre di aver sventato un piano ucraino-britannico per dirottare un caccia Mig-31 verso una base Nato in Romania, ipotizzando un tentativo di false flag.

Sul fronte interno ucraino, prosegue il terremoto politico: un blitz anticorruzione ha coinvolto il ministro della Giustizia German Galushchenko e i vertici della società energetica statale Energoatom, accusata di essere controllata da un gruppo criminale.

Zelensky ha ribadito che la lotta alla corruzione «è indispensabile» anche mentre il Paese affronta nuovi blackout dovuti agli attacchi russi.

Intanto, il Regno Unito ha rifiutato la richiesta UE di contribuire al fondo comune per la difesa con 6,75 miliardi di euro, mentre Bruxelles lavora alla creazione di una propria agenzia d’intelligence per coordinare meglio le informazioni tra Stati membri.

Sul piano militare, l’esercito russo rivendica il controllo della parte orientale di Kupiansk e avanza su Pokrovsk, dove oltre 300 soldati russi sarebbero penetrati approfittando della fitta nebbia. Nel Donetsk, due civili sono morti in nuovi bombardamenti.

Sul fronte diplomatico, il Kyiv Post rivela che l’amministrazione Trump vorrebbe rimuovere dall’imminente risoluzione Onu i riferimenti all’integrità territoriale ucraina e all’aggressione russa, suscitando allarme tra gli alleati europei.

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