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Ucraina, duro scontro tra Zelensky e Trump alla Casa Bianca: «Torni quando vorrà la pace»

Quella che doveva essere una semplice visita di stato per la firma del tanto atteso accordo sulle terre rare si è trasformato in un duro testa a testa tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, a cui si è aggiunto, in maniera inedita, anche il vicepresidente J.D. Vance. Un due contro uno che ha fatto saltare il banco delle trattative, tanto che la conferenza stampa è stata annullata e il presidente ucraino ha lasciato la Casa Bianca. «Zelensky non è pronto per la pace se l’America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati – ha scritto su Truth Donald Trump – Ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d’America nel loro amato Studio Ovale. Potrà tornare quando sarà pronto per la pace».

L’inedito scontro

Seppur vicini per un puro accordo di business, i due durante il susseguirsi delle domande preliminari alla firma dell’accordo, sono apparsi sempre più distanti, in particolari sulle future trattative di pace e sulle garanzie di sicurezza americane. Trump, nella rinnovata veste di mediatore, ha accusato l’omologo ucraino di «giocare con la vita di milioni di uomini e di giocare d’azzardo con la possibilità di una terza guerra mondiale, senza però avere delle carte in mano», sottolineando come per la pace sarà inevitabile il compromesso con il presidente russo. Una proposta non accolta da Zelensky che ha chiuso ogni trattativa con quello che considera un assassino. «Non sono venuto qui per giocare a carte – ha ribadito il presidente ucraino al vicepresidente Vance accorso in difesa di Trump – Putin è un killer, non voglio compromessi». E a quel punto che si accendono ancora di più gli animi. «Ti abbiamo dato il potere di essere un duro, o fai un accordo o noi siamo fuori!», gli ha risposto Trump parlando della firma sui minerali ucraini. «È irrispettoso venire nello Studio Ovale e litigare di fronte ai media americani», gli ha fatto eco Vance.

Le reazioni della politica

Una situazione quasi paradossale che ha scosso la politica internazionale, a poche ore dal vertice di Londra, convocato da Starmer, anch’egli presente alla Casa Bianca nei giorni scorsi. Le prime impressioni sono arrivate dall’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, Oksana Markarova, che ha abbassato la testa e si è messa le mani nei capelli quando Trump ha sbattuto le porte in faccia al presidente Zelensky. Lo scontro tra i due presidenti è stato definito «storico» persino dall’inviato speciale di Putin, Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti, a cui hanno fatto eco le dichiarazioni di Dmitri Medvedev. «Finalmente il porco Zelensky ha ricevuto una bella sberla nello Studio Ovale – ha affermato su X – Donald Trump ha ragione: il regime di Kiev sta giocando con la Terza Guerra Mondiale». «C’è un aggressore che è la Russia, e un popolo aggredito, che è l’Ucraina – ha detto invece il presidente francese Macron – dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno aiutato e rispettare coloro che hanno combattuto fin dall’inizio».

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