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Trump minaccia tariffe al 50% su importazioni cinesi, Pechino: «No a ricatti». Dall’Europa le prime contromisure

La Cina ha dichiarato che «combatterà fino alla fine» e prenderà contromisure contro gli Stati Uniti per salvaguardare i propri interessi dopo che il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre ulteriori tariffe del 50% sulle importazioni cinesi. Il Ministero del Commercio ha dichiarato che i Dazi statunitensi sono infondati e prepotenti. La Cina ha promesso tariffe di ritorsione e nella…

La Cina ha dichiarato che «combatterà fino alla fine» e prenderà contromisure contro gli Stati Uniti per salvaguardare i propri interessi dopo che il presidente Donald Trump ha minacciato di imporre ulteriori tariffe del 50% sulle importazioni cinesi. Il Ministero del Commercio ha dichiarato che i Dazi statunitensi sono infondati e prepotenti. La Cina ha promesso tariffe di ritorsione e nella sua dichiarazione di martedì il ministero ha lasciato intendere che potrebbero arrivarne altre. Il ministero ha affermato che le proprie contromisure erano volte a mantenere il normale ordine commerciale ed erano legittime, mentre le azioni degli Stati Uniti erano di natura ricattatoria.

Il Ministero del Commercio ha dichiarato che l’imposizione da parte degli Stati Uniti delle «cosiddette ‘tariffe reciproche’” alla Cina è “completamente infondata ed è una tipica pratica di bullismo unilaterale».

«Le contromisure adottate dalla Cina mirano a salvaguardare la propria sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo e a mantenere il normale ordine commerciale internazionale. Sono del tutto legittime», ha dichiarato il ministero. «La minaccia degli Stati Uniti di inasprire i Dazi sulla Cina è un errore su un altro errore ed espone ancora una volta la natura ricattatoria degli Stati Uniti. La Cina non lo accetterà mai. Se gli Stati Uniti insisteranno sulla loro strada, la Cina combatterà fino alla fine», ha aggiunto. 

Dazi Trump, Milano apre positiva: Piazza Affari segna +1,24%

I mercati tentano di risollevarsi, dopo la giornata catastrofica che ha fatto seguito all’entrata in vigore dei dazi Usa. Si conferma il tentativo di rimbalzo dei listini europei e anche la Borsa di Milano che, dopo le pesanti perdite degli ultimi giorni, segna +1,24% in apertura. Sugli scudi i titoli di Iveco (+4,62%), Stm (+4,49%), Leonardo (+3,89%) e Bper (+3,62%). In calo invece Inwit (-1,72%), Snam (-1,42%), Terna (-1.28%) ed Hera (-0,99%).

Le Borse europee tentano il rimbalzo

Apertura positiva per le principali Borse europee, che tentano il rimbalzo dopo le pesanti perdite degli ultimi giorni, in scia ai dazi varati dall’amministrazione Trump. Per Francoforte è +1,17% in avvio, per Parigi +1,66%, bene anche Londra (+1,25%) e Madrid (+0,57%). Milano apre a +1,24%, segno più anche per Zurigo (+1,67%) e Amsterdam (+1,58%). 

Dazi Trump, task force con Meloni: «No a guerra commerciale»

dazi di Donald Trump preoccupano ancora. L’incontro a Palazzo Chigi inizia praticamente in contemporanea con la notizia del nuovo crollo di Piazza Affari. Mentre la Borsa di Milano ieri ha chiuso con un ribasso del 5,18%, Giorgia Meloni riunisce nella sede del governo la ‘task force’ varata per affrontare l’impatto delle tariffe imposte dall’amministrazione americana all’Unione europea. Al termine, dopo circa un’ora e mezza, mentre a Bruxelles vengono stabilite le prime contromisure in vigore dal 15 aprile, viene ribadita la linea: «Una ‘guerra commerciale’ non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”, riferisce Palazzo Chigi, aggiungendo che “si è discusso, inoltre, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo».

«Noi come governo italiano facciamo tutto quello che possiamo in Italia, è fondamentale che a Bruxelles qualcuno si svegli. Senza guerre commerciali. Chi pensa di rispondere a dei dazi con dei contro-dazi fa il male dell’Italia, dei lavoratori e degli imprenditori italiani», è la sintesi del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini.

Il vertice a Palazzo Chigi

Alla riunione partecipano i vicepresidenti del Consiglio Antonio Tajani e Salvini, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e per il Pnrr, Tommaso Foti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. I quali illustrano alla premier le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per domani (dalle 15 Confindustria, poi a seguire Pmi e associazioni agricoltura). L’obiettivo di Meloni è avere in tempo breve un’idea il più possibile chiara, per l’economia italiana e del quadro complessivo, dell’impatto e dei settori maggiormente danneggiati nei diversi scenari, una linea d’azione per sostenere quelle filiere, un set di proposte da portare in Europa su come affrontare e rispondere a questa crisi e una linea di negoziato con gli Stati Uniti.

La missione di Meloni negli Usa

Negoziato che peraltro Meloni potrebbe affrontare direttamente col presidente Donald Trump in occasione della missione negli Usa su cui le diplomazione sono al lavoro da settimane. La data ufficiale del bilaterale alla Casa Bianca non è ancora stata comunicata, ma il terzo viaggio di Meloni oltreoceano del 2025 – dopo i due di gennaio (il primo a Mar-a-Lago nella residenza di ‘The Donald’, il secondo a Washington per il giuramento del tycoon) – potrebbe concretizzarsi a metà della prossima settimana, appena prima dello sbarco a Roma del vicepresidente americano JD Vance, atteso in Italia per il ponte di Pasqua.

«Mi auguro che la missione che ci sarà nelle prossime settimane del presidente del Consiglio possa essere utile», le parole del titolare della Farnesina, Tajani, chiaro anche sul mandato affidato alla ‘task force’: valutare le iniziative più idonee per sostenere il mondo imprenditoriale. Che attraverso il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha già formulato una proposta: «Ormai si è capito che il piano Industria 5.0 (6,3 miliardi di incentivi del Pnrr agli investimenti in digitale e ambiente) non funziona. È inutile che continuiamo a spingere su una misura che, se siamo fortunati, assorbirà due miliardi in tutto. Il Pnrr è stato pensato per abbattere le emissioni, ora invece l’obiettivo è salvare l’industria europea. Quindi con i soldi rimasti del Pnrr, come con quelli dei fondi di coesione, e sono davvero tanti, serve il coraggio di puntare sulle priorità di attuali».

L’opposizione all’attacco

La linea del governo non convince però l’opposizione che va ancora all’attacco. “Mentre Meloni spera che le cose si risolvano da sole, l’economia italiana sta subendo colpi micidiali per le decisioni del suo amico Trump, come dimostra l’ulteriore tonfo di oggi della Borsa di Milano e delle altre piazze mondiali”, afferma Elly Schlein ricordando che “gli altri governi europei, a partire da quello spagnolo di Sanchez, stanno mettendo in campo misure forti per proteggere e sostenere imprese e lavoratori, Meloni invece fa solo appelli alla calma”. Per la segretaria del Pd serve “urgentemente un bagno di umiltà e di realtà da parte del governo, sono in gioco decine di migliaia di posti lavoro: sostenga un negoziato europeo per interrompere l’applicazione dei dazi e predisponga un piano per sostenere i settori dell’economia italiana più colpiti, perché l’incertezza in queste settimane ha già fatto danni enormi mentre lei usava ancora il condizionale per non urtare Trump. Ora basta fare finta di niente”. A parlare di “casa in fiamme” è invece il M5s: “Oggi in Borsa vengono bruciati altri miliardi. Di fronte a tutto questo la maggioranza si affida a Giorgia versione ‘Mr. Wolf’, che il 16 aprile andrà a parlare con Trump convincendolo che deve azzerare i dazi non solo per l’Italia, ma per tutta Europa. Stiamo freschi”.

Dazi Trump, l’Ue tratta e offre tariffe zero. «Pronte prime contromisure ma non ‘occhio per occhio’»

La lista dei primi contro-dazi Ue è pronta. Sarà consegnata stasera dalla Commissione agli Stati membri e votata mercoledì dai 27 per entrare in vigore il 15 aprile. È la risposta ai primi dazi su alluminio e acciaio introdotti dagli Usa il 12 marzo. L’ammontare delle somme incassate da Washington con quelle misure è di 26 miliardi di euro, ma la cifra dei contro-dazi Ue sarà inferiore perché “non vogliamo il dente per dente, occhio per occhio”, assicura il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic. La Commissione ha ascoltato con attenzione i vari Paesi e gli operatori del settore e ha agito in modo che «l’onere fosse distribuito equamente tra tutti gli Stati membri».

Von der Leyen: «Pronti a trattare, abbiamo offerte tariffe zero per zero»

Il piano A per ora è negoziare, e l’Esecutivo Ue ha messo sul tavolo anche l’ipotesi di cancellare ogni dazio sui prodotti industriali. «Siamo pronti a negoziare con gli Stati Uniti, anzi, abbiamo offerto tariffe ‘zero per zero’ per i beni industriali, come abbiamo fatto con successo con molti altri partner commerciali», afferma Ursula von der Leyen. Si tratta di una vecchia proposta che l’Ue tiene sul tavolo, come sul tavolo ci sono tutte le opzioni, a cominciare dal secondo pacchetto di misure previsto per il 15 maggio, che potrebbe colpire le big tech americane, fino all’arma finale dello strumento anti-coercizione da usare in piena guerra commerciale. Ma per ora mano tesa, anzi «la migliore forma di reciprocità è semplice: zero tariffe su tutti i beni industriali da entrambe le parti», ribadisce la Commissione.

Il sostegno del governo italiano all’iniziativa Ue

I ministri degli Esteri e del Commercio, riuniti a Lussemburgo, hanno dato ieri ampio sostegno alla mediazione condotta dal commissario Sefcovic per conto dell’Esecutivo Ue. Nonostante la spinta francese a una risposta più aggressiva, per ora prevale la linea più cauta sostenuta dall’Italia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto un rinvio delle misure magari a fine mese ma la Commissione ha spiegato che ci sono vincoli tecnici, dovuti anche alle regole del Wto. In ogni caso, il governo italiano ha espresso pieno sostegno all’iniziativa Ue, che non intende in alcun modo bloccare, ma anzi aiutare con l’imminente missione della premier Giorgia Meloni a Washington, che sarà “utile”, spiega Tajani.

«Ho detto che l’Italia farà di tutto, a cominciare dalla presidente del Consiglio, per far sì che la Commissione europea e il commissario Sefcovic siano messi nelle migliori condizioni per trattare, facendo anche valere le buone relazioni che ci sono con l’amministrazione americana». Il pacchetto si baserà su una vecchia lista di prodotti Usa da sanzionare e tra questi non verrà incluso il whisky, rassicura il titolare della Farnesina, per evitare nuove ritorsioni sul settore del vino.

La presidente von der Leyen ha anche annunciato l’istituzione di una task force di sorveglianza delle importazioni per proteggersi dagli effetti indiretti della deviazione degli scambi. Ovvero dal rischio di una distorsione dei flussi commerciali con importazioni a costi inferiori, provenienti da paesi esterni all’unione, che sono sostituite da importazioni a costi superiori provenienti da paesi che fanno parte dell’unione.

Le minacce di Trump alla Cina

Se l’Ue è per la linea del dialogo, è guerra commerciale aperta tra Usa e Cina. Il presidente Trump ha minacciato di imporre alla Cina a partire dal 9 aprile ulteriori dazi del 50%, se Pechino non ritirerà le tariffe del 34% varate ieri, mentre «i negoziati con altri paesi, che hanno anch’essi richiesto incontri, inizieranno immediatamente». La Casa Bianca smentisce anche le voci su una possibile pausa di 90 giorni per i dazi lanciati dal tycoon. Si tratta di “fake news”. Di fronte alle proteste di piazza e le critiche degli industriali, il leader di Washington ribadisce la sua strategia: «Non siate deboli! Non siate stupidi! Siate forti, coraggiosi e pazienti, e la grandezza sarà il risultato!», dice agli americani. 

Trump: «Paghiamo la difesa dell’Europa e loro ci fregano col commercio»

Gli Stati Uniti «pagano» la difesa dell’Europa e «loro ci fregano col commercio», ha poi detto Donald Trump, rilanciando le sue accuse all’Unione europea. Il deficit commerciale di 350 miliardi di dollari con la Ue, ha detto il presidente, “sparirà in fretta”, perché “dovranno comprare l’energia da noi«. La Ue, ha ripetuto Trump, è stata «formata per danneggiare» gli Stati Uniti. 

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