Donald Trump ha annunciato dazi del 30% su tutte le importazioni europee negli Stati Uniti a partire dal 1° agosto, salvo accordi dell’ultimo minuto. La risposta dell’Ue, guidata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, è arrivata con una proroga della sospensione delle contromisure fino a inizio agosto, lasciando aperto uno spiraglio per il negoziato. «Abbiamo un approccio a doppio binario: pronti a negoziare ma anche a reagire», ha spiegato von der Leyen, parlando accanto al presidente indonesiano Prabowo Subianto.
Le reazioni europee si muovono tra fermezza e prudenza. Palazzo Chigi chiede di «evitare polarizzazioni», mentre Berlino invoca «pragmatismo» e Macron cita il «meccanismo anti-coercizione». Il ministro Tajani parla di «tattica negoziale» di Trump, ribadendo la volontà italiana di trattare «a testa alta».
Preoccupazioni forti arrivano da economia e imprese: Farmindustria avverte che i dazi colpirebbero anche i cittadini Usa, rischiando carenze di farmaci. Codacons stima un aumento della spesa per le famiglie italiane di oltre 4 miliardi, mentre Confesercenti calcola un calo dei consumi da 11,9 miliardi in due anni.
L’agricoltura teme il colpo: vino, olio, formaggi e pasta a rischio. Il Pecorino Romano, esportato per il 57% negli Usa, potrebbe essere sostituito da prodotti più economici. Von der Leyen avverte: «I dazi romperebbero le catene di approvvigionamento transatlantiche». L’Europa è pronta, ma spera ancora nel dialogo.