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Trump e Putin ad Anchorage, al via il vertice su Ucraina e Artico: alta tensione e attese globali

Ad Anchorage, in Alaska, è iniziato il primo faccia a faccia tra Vladimir Putin e Donald Trump dalla rielezione di quest’ultimo alla Casa Bianca, e il primo summit diretto di un presidente Usa con il leader russo dal 2021. L’incontro, accolto da un imponente dispiegamento di sicurezza e manifestazioni contrapposte, mira a discutere un possibile cessate il fuoco in Ucraina e le relazioni bilaterali, con focus anche sull’accesso alle risorse artiche.

Trump, atterrato con la moglie Melania, ha parlato di «75% di probabilità» di raggiungere un accordo, avvertendo però che, in caso contrario, Mosca affronterà «sanzioni economicamente severe». Putin, giunto con la consueta scorta di consiglieri, non ha fatto previsioni ufficiali, ma il portavoce Peskov si è detto fiducioso in colloqui «fruttuosi e concreti»

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere: il presidente ucraino Zelensky ha chiesto fermezza e nessuna concessione territoriale. Londra ha offerto truppe a Kiev in caso di cessate il fuoco. L’ex segretaria di Stato Hillary Clinton ha persino ipotizzato un Nobel per Trump se ottenesse la pace senza sacrificare territori. Preoccupazioni arrivano anche dai Paesi baltici e dall’Europa orientale, che temono compromessi affrettati.

La delegazione russa comprende Lavrov, Ushakov e i vertici economici di Mosca; quella statunitense include figure politiche e imprenditori vicini a Trump. I colloqui, iniziati alle 11 locali, dovrebbero durare 6-7 ore, con una conferenza stampa congiunta ancora incerta per ragioni di protocollo sanitario.

Il summit di Anchorage si preannuncia come un momento chiave: tra ambizioni diplomatiche, calcoli geopolitici e immagini dal forte valore simbolico, il risultato potrebbe ridefinire non solo il conflitto ucraino, ma anche gli equilibri globali.

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