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Israele-Hamas, tregua “in crisi”. Da domenica il “via” ma gli attacchi continuano: oltre 70 morti a Gaza

Il Medio Oriente si prepara all’inizio della prima fase della tregua tra Israele e Hamas. Prima notte dopo l’annuncio dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia. Il via ufficiale è previsto per domenica 19 gennaio ma sono in corso le “crisi dell’ultimo minuto”. Questa la denuncia dell’ufficio del primo ministro israeliano che accusa Hamas di avere rinnegato parti dell’accordo per estorcere concessioni.

E mentre nel mondo continuano le reazioni al raggiungimento dell’intesa, a Gaza ci sono stati almeno altri 70 morti dopo gli ultimi attacchi israeliani e dopo l’annuncio, ieri mercoledì 15 gennaio, dell’accordo di tregua: a segnalarli è la Protezione civile del posto e una fonte medica ad Al-Jazeera proprio dopo poche ore dall’annuncio di tregua. I bombardamenti sono stati eseguiti in città ed oltre ai morti, secondo fonti palestinesi, ci sarebbero decine di feriti.

Accordi in contrasto

Secondo fonti ufficiali del primo ministro israeliano, il gruppo di Hamas starebbe chiedendo a Benjamin Netanyahu l’identità dei prigionieri palestinesi da rilasciare, ma Israele ha il diritto di veto sugli assassini di massa, simbolo di terrore. In una nota ai media locali dall’ufficio di Netanyahu arrivano accuse verso il movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza che cerca di tornare indietro sui termini dell’accordo di tregua relativi al rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. In contrasto con una clausola esplicita che dà a Israele il diritto di porre il veto sul rilascio di assassini di massa, Hamas sta chiedendo di «dettare l’identità di questi terroristi», si legge nel comunicato.

«Il primo ministro – si aggiunge – ha incaricato il team negoziale di rispettare gli accordi presi e di respingere categoricamente i tentativi di ricatto dell’ultimo minuto da parte di Hamas».

Ufficio Netanyahu: «Niente voto finché Hamas non accetta tutto l’accordo»

L’ufficio del primo ministro israeliano denuncia una “crisi dell’ultimo minuto” e accusa Hamas di avere rinnegato parti dell’accordo per estorcere concessioni. «Il Gabinetto israeliano non si riunirà per approvare l’accordo su cessate il fuoco a Gaza e rilascio degli ostaggi finché i mediatori non comunicheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell’accordo», ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu. La riunione del Gabinetto israeliano per l’ok all’accordo era inizialmente attesa per stamattina alle 11 ora locale, le 10 in Italia.

Hamas: «Impegnati a rispettare l’accordo»

Sembra confermato invece l’impegno del gruppo al «rispetto dell’accordo di cessate il fuoco dopo che l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato il gruppo palestinese di aver fatto marcia indietro su alcuni elementi dell’accordo per ottenere concessioni dell’ultimo minuto». A farlo sapere è un funzionario di Hamas, Izzat al-Risheq, in un post su Telegram rilanciato da Al-Jazeera.

Hamas è «impegnato nel rispetto dell’accordo di cessate il fuoco» a Gaza, come delineato dai mediatori Qatar e Stati Uniti, ha affermato al-Risheq. Secondo Al Jazeera Netanyahu ha affrontato grandi pressioni interne per riportare a casa gli ostaggi ma i suoi partner di coalizione di estrema destra hanno minacciato di far cadere il governo se avesse fatto troppe concessioni.

Reazioni all’intesa

Il raggiungimento di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è «una chiara e grande vittoria» dei palestinesi e «una sconfitta ancora più grande» per Israele. È quanto affermano le guardie della rivoluzione dell’Iran, definendo Israele «il mostruoso regime sionista». La dichiarazione è riportata dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim.

La Cina accoglie con favore «l’accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri a Gaza, sperando che l’intesa possa essere implementata in modo efficace per raggiungere un cessate il fuoco completo e permanente nella regione». Così Guo Jiakun, il portavoce del ministero degli Esteri, in risposta all’accordo tra Israele e Hamas ufficializzato ieri. «La Cina – conclude – sostiene la completa attuazione dell’accordo e continuerà a compiere sforzi positivi per fornire aiuti umanitari a Gaza e ad assistere la ricostruzione postbellica».

In aggiornamento.

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