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Torna l’incubo del redditometro: le lenti del Fisco sulle spese presunte degli italiani

Dalle bollette ai medicinali passando per le spese del mutuo fino a quelle per mantenere un cavallo. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto ministeriale del 7 maggio firmato dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo, i redditi a partire dal 2016 potranno essere sottoposti a controlli per la loro "determinazione sintetica", dopo che lo strumento…

Dalle bollette ai medicinali passando per le spese del mutuo fino a quelle per mantenere un cavallo.

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto ministeriale del 7 maggio firmato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, i redditi a partire dal 2016 potranno essere sottoposti a controlli per la loro “determinazione sintetica”, dopo che lo strumento era stato abrogato con il decreto ministeriale 87/2018.

Il testo del decreto «individua le informazioni utilizzabili per determinare gli elementi indicativi di capacità contributiva presenti negli archivi in possesso dell’amministrazione finanziaria». Vengono individuate 11 tipologie di nuclei familiari e 5 aree territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale sulle quali saranno effettuate indagini a campione per determinare le spese presunte.

In una tabella allegata al decreto sono inoltre indicate «alcune categorie di beni e servizi detenuti, a qualsiasi titolo, dal contribuente, per i quali non si dispone dell’ammontare della spesa di mantenimento effettivamente sostenuta, che viene, pertanto, determinata applicando una spesa minima presunta rappresentativa del valore d’uso del bene o del servizio considerato».

Si considerano «sostenute dal contribuente, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico», mentre non si considerano sostenute dalla persona fisica le spese per i beni e servizi se gli stessi sono relativi esclusivamente ed effettivamente all’attività di impresa o all’esercizio di arti e professioni, sempre che tale circostanza risulti da idonea documentazione.

L’analisi partirà dai redditi 2016 e terrà conto degli elementi già presenti nell’anagrafe tributaria. Oppure di un livello minimo di spesa.

Il lungo elenco allegato al provvedimento parte dai consumi di generi alimentari, bevande, abbigliamento e calzature: in questo caso viene preso in considerazione il valore della soglia di sussistenza della voce corrispondente individuata dall’Istat in assenza di dati presenti nel Sistema informativo dell’Anagrafe o comunque nella disponibilità dell’amministrazione finanziaria.

L’amministrazione potrà prendere in esame anche se si è in possesso o meno di un riscaldamento centralizzato. Perfino la lavatrice nuova potrebbe rientrare: saranno infatti verificate anche le spese per mobili, elettrodomestici e servizi per la casa. Altro capitolo è quello dei trasporti: si prenderanno in considerazione ai fini del reddito presunto le spese per assicurazione per la responsabilità civile, incendio e furto per auto, moto, caravan, camper, minicar e anche il pagamento del bollo.

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