Frode, falso e corruzione. Iniziano domani mercoledì 16 aprile gli interrogatori dei 13 indagati, tra ufficiali della capitaneria di porto e dipendenti della società marittima Cin-Tirrenia, per cui sono state eseguite misure cautelari a vario titolo per i reati commessi nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al sequestro di tre traghetti della Compagnia italiana di navigazione.
Componenti dei motori non a norma
L’inchiesta è partita nel 2023 a seguito di una ipotesi di frode nelle pubbliche forniture che riguardano parte dei fondi che Cin ha ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per garantire la continuità territoriale con i propri traghetti sulla linea Genova-Porto Torres.
Per l’accusa le navi della società, acquisita dalla Cin della famiglia Onorato nel 2015, erano prive dei requisiti fissati dalla normativa internazionale in materia ambientale: alcuni componenti dei motori principali e dei diesel generatori di corrente sarebbero stati manomessi o sostituiti con pezzi di ricambio non originali e, quindi, non conformi alle norme, che sarebbero state aggirate con attestazioni fasulle riportate sui registri o attraverso la contraffazione dei segni di autenticazione di competenza delle autorità pubbliche.
Secondo le indagini la compagnia avrebbe evitato il fermo della navigazione fino a quando le irregolarità circa un anno fa non sono venute alla luce. Dopo ha collaborato con gli inquirenti e sanato la situazione ed oggi i traghetti sequestrati possono navigare anche perché risultano in regola con le normative, ma l’azienda non può disporne commercialmente e per questo oggi si dice “stupita” della richiesta di misure cautelari.
Due arresti e 11 misure interdittive
Le richieste fatte dal pm alla gip che, in base alla nuova legge sulla custodia cautelare, prevedono che l’interrogatorio preceda l’emissione della misura, sono di due arresti domiciliari e di undici di misure interdittive con contestazioni che riguardano il falso ma anche la corruzione perché i militari del nucleo di polizia economica e finanziaria e la stessa guardia costiera hanno scoperto che in diversi casi in cambio ai funzionari compiacenti sarebbero stati regalati i biglietti per viaggi in Sardegna o in Sicilia. Agli ufficiali e agli ammiragli indagati vengono contestati 87 biglietti gratuiti o scontati, per un valore di circa 20 mila euro.
Almeno 40 indagati tra cui due magistrati
Ma l’inchiesta non riguarda solo i dipendenti dell’azienda e la capitaneria. Scavando sui titoli di viaggio regalati dalla compagnia gli investigatori hanno scoperto una lunga lista di “gratuità” destinata a pubblici ufficiali di vario tipo: un elenco che comprendere almeno 40 persone.
Tra questi ci sono due magistrati – per i quali il pm ha già trasmetto gli atti alla Procura di Torino per competenza – e diversi funzionari della Prefettura e appartenenti alle forze dell’ordine.
L’ipotesi di reato è l’articolo 318 del codice penale, vale a dire la corruzione nell’esercizio della funzione, vale a dire l’aver ricevuto od essere disposti ad accettare denaro o altri favori mettendo in cambio il proprio ruolo di pubblico ufficiale a disposizione per favorire la compagnia. Non è stato accertato al momento se ci siano stati o meno questi favori. L’indagine si profila per questo complessa e delicata. L’articolo è riportato su Genova24