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Terzo mandato, Giorgia Meloni “spegne” le ambizioni di Emiliano e De Luca

La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della tradizionale conferenza stampa di inizio anno, pone fine al dibattito sul terzo mandato per i presidenti di regione, annunciando di «impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge approvata dal consiglio regionale della Campania che stabilisce questa opportunità», anche se, aggiunge, «nella coalizione di centrodestra non c’è un’unica posizione», riferendosi alla Lega che vorrebbe poter ricandidare in Veneto Luca Zaia, anch’egli quasi giunto al termine del secondo mandato.

«È un tema sul quale sono disponibile a parlare – ha spiegato la premier – perché è vero che ci sono scenari diversi, però a oggi obiettivamente non mi pare che si possa intervenire. Diciamo uno sì e uno no? Questo non sarebbe coerente per le Istituzioni nel loro complesso», aggiungendo poi che la discussione dovrebbe essere ampliata anche «ai mandati dei sindaci delle città con più di 15mila abitanti».

Lo scenario

Spetterà quindi alla Consulta stabilire se l’iniziativa del governatore campano, Vincenzo De Luca, e della sua maggioranza sia in linea con il dettato della Costituzione o se, invece, sancire l’illegittimità di una legge regionale che potrebbe interessare anche la Puglia, visto che ha la stessa condizione di Campania e Veneto con il governatore Michele Emiliano anch’egli al capolinea del secondo quinquennio di governo.

Di conseguenza, qualora gli ermellini dovessero accogliere il ricorso dell’esecutivo, Emiliano dovrà passare la mano e restare due anni in attesa di potersi impegnare nuovamente in politica, candidandosi al Parlamento. A meno che lo scenario ipotizzato di una possibile elezione da parte del Parlamento a giudice costituzionale del viceministro Francesco Paolo Sisto non imponga elezioni suppletive nel collegio di Andria utili proprio a una candidatura del Governatore. Sempre che, è un’altra ipotesi che circola nel centrosinistra, Emiliano non scelga di candidarsi a semplice consigliere regionale, così da poter arrivare fino alle politiche del 2027 da uno scranno in via Gentile.

Il futuro di Emiliano

Di certo, appare remota l’ipotesi di una replica di quel che accadde nel 2014, quando cessò i due mandati da sindaco di Bari. All’epoca, per aspettare le regionali, accettò l’incarico di assessore alla sicurezza del Comune di San Severo offertogli dal primo cittadino Francesco Miglio, evitando il ritorno tra i ruoli della magistratura. Di certo, come annunciato dalla presidente del consiglio, c’è che ogni suggestione in merito a un nuovo mandato per i presidenti di regione che hanno completato il loro secondo non è ritenuto possibile, almeno per ora. Ecco perché tra le questioni all’ordine del giorno dell’agenda del Governatore ci sarà l’exit strategy sul suo destino politico che dovrà incastrarsi con tutte le altre che stanno caratterizzando quest’ultimo scorcio di legislatura.

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