Vincenzo De Luca tira dritto sul terzo mandato. Il fatto che il governo abbia impugnato la legge campana, per lui «non cambia nulla». In una affollata conferenza stampa a Napoli, il governatore mette in chiaro che andrà avanti per la sua strada e promette battaglia. Una battaglia «di civiltà» contro una norma ad personam e che, annuncia, porterà «in tutta Italia». Pensa alla formazione di un nuovo partito? Dalle parti del Pd in molti hanno interpretato le sue parole in questa direzione. «Oggi non ha parlato alla Campania, ma al Paese. Vuole farsi un partito personale», le voci. Alla conferenza intanto erano presenti quasi al completo tutti i consiglieri di maggioranza in Regione. Ma da Roma si ribadisce che la linea non cambia. Osserva Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli: «Si poteva evitare di arrivare a questo. La soluzione si poteva trovare per via politica, come avvenuto in altre Regioni, trovando una composizione in cui tutti i protagonisti in campo, a partire dal presidente De Luca, avessero un ruolo nella scelta di rinnovamento».
La partita aperta
Le cose non sono andate così. Ed ora il Pd guarda oltre e prepara le prossime regionali. Anche i 5 Stelle si stanno muovendo: siamo «pronti a lavorare con tutte le forze politiche del fronte progressista», fanno sapere in una nota. Perimetro della coalizione, programma e candidato presidente, i prossimi passaggi. Roberto Fico, lo stesso Manfredi sono già nel toto nomi, mentre c’è chi ipotizza la discesa in campo di un civico che metta d’accordo tutti.
Le accuse
Da parte sua De Luca ne ha per tutti. Per la destra della premier Giorgia Meloni che lo teme: le decisione del governo di impugnare la legge campana è «dettata dalla paura, la paura degli elettori e forse anche di De Luca». Il governatore ne ha anche per il Pd. Non dice nulla su Schlein, benchè sollecitato in conferenza stampa, ma lancia un affondo contro Stefano Bonaccini che, tra l’altro, è il punto di riferimento di Energia Popolare, l’area di cui il figlio del governatore, il deputato Piero De Luca, è uno dei coordinatori. «Mi stanno facendo notare che l’ex presidente dell’Emilia-Romagna sta parlando molto in questo periodo, trasmettendo l’idea che ha rinunciato con un atto di grande generosità. Lui, diversamente da chi parla. In Emilia-Romagna il presidente uscente non si poteva ricandidare perché la legge elettorale è diversa». Una «insopportabile ipocrisia», ha attaccato De Luca.